Guardiani della Galassia Vol. 3, la recensione

Un gigantesco elogio dell'imperfezione e della fallacità è racchiuso in I Guardiani Della Galssia Vol.3, il migliore dei film di Gunn

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Guardiani della Galassia Vol 3, in uscita il 3 maggio al cinema

I film di James Gunn sono gli unici nei quali i protagonisti sono spesso degli idioti. Idioti in fondo funzionali ma sempre dopo una serie lunga di idiozie, piani eseguiti malissimo, incomprensioni ed errori che non fanno che complicare le loro avventure. Idioti che falliscono quasi tutto quello che tentano ma che poi si salvano all’ultimo con un guizzo, uno sforzo o con un rocambolesco aiuto all’ultimo. Sono idioti ovviamente anche I Guardiani Della Galassia (tutti tranne Gamora e Nebula) e ciò che rende James Gunn un eccezionale regista è la capacità di farci guardare questi idioti attraverso i suoi occhi, la dote di saper riprendere una realtà (per quanto inventata) e portare il pubblico a vederci quello che ci trova lui: la grandezza nei difetti.

La terza avventura dei Guardiani Della Galassia ritrova in pieno lo spirito della prima, con più budget, esperienza e maturità. In tutto e per tutto è uno dei film migliori del Marvel Universe. Dall’inizio è evidente che è tornato qualcuno che sa come ci si diverta, a partire dalla trama. C’è una ticking bomb, uno dei personaggi morirà entro 48 ore se gli altri non trovano come salvarlo, la cosa richiederà i consueti salti mortali, viaggi, incontri e rischi incredibili che coinvolgono altre specie e nuovi antagonisti che alla fine entreranno nella banda (come si conviene al modello di film “familia”). Questo non basta però, all’interno di questa avventura c’è anche il percorso di Peter Quill e Gamora, una volta amanti ora niente perché lei (letteralmente) non è quella di prima, e una storia nel passato. Finita tutta questa parte che in un film di 20 anni fa avrebbe chiuso tutto, ci sarà poi il quarto atto, cioè un’altra parte di storia che chiude un arco più grande. La Marvel continua a confermare che il modello delle sue storie al cinema è diventato quello dei blockbuster asiatici in 4 atti e non più delle storie occidentali in 3 atti.

C’è la firma di Gunn nell’approccio visivo (nei flashback la fotografia sembra quella di Suicide Squad) ma tutto in Guardiani della Galassia Vol. 3 è allo stato dell’arte a partire dal design dei mondi. Già nel secondo capitolo si era iniziata a vedere una capacità non comune di Gunn di curare l’art direction con la coerenza e l’originalità che altri registi non hanno, in Suicide Squad era diventata chiarissima, con quel fare pupazzoso che avevano tutti i VFX, ora invece c’è proprio un industrial design di ambienti, pianeti, basi e mondi che è raffinatissimo. E non è solo una questione di effetti visivi, ma soprattutto di set reali (e si vede che sono reali) e di creature e alieni realizzati materialmente, con tutoni e mascherone indossate da attori. È un trend partito con i nuovi Guerre stellari e sempre più diffuso (c’è anche in Dungeons & Dragons): ogni volta che non servono movimenti complicati l’effetto è pratico e non digitale.

Tutto è finalizzato al massimo elogio dei putridi e degli imperfetti. Verrà fatto a parole quando il grande cattivo dirà che l’essere peggiore è a sorpresa risultato il migliore, ma sarà tardi, a quel punto il film ci ha già spiegato e convinto della cosa tramite le inquadrature, la narrazione e la recitazione di questi eroi così scarsi, che non fanno che sbagliarsi ma alla fine vincono e piacciono. Avranno il loro momento alto, la scena d’azione in cui mostrano la statura del mito ma a differenza di altri film se la saranno guadagnata lungo una vicenda in cui hanno dimostrato la propria fallacità. Allo stesso modo Guardiani della Galassia Vol. 3 lavora tutta la sua durata per costruire il proprio apice sentimentale così bene e con così tanta cura, tra flashback e dialoghi, che quando questo arriva la temperatura è così alta che anche uno stacco su Gamora (teoricamente esterna agli eventi) conferirà alla sua linea di trama una grande forza sentimentale. Gunn, per l’ultima volta con i Guardiani, non lascia indietro nessuno.

Sei d'accordo con la nostra recensione di Guardiani della Galassia Vol 3? Scrivicelo nei commenti!

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