Grimsby - Attenti a quell'Altro, la recensione

Zavorrato da una terribile regia, Grimsby è lo stesso una dimostrazione di incredibile potenza comica da parte di Sacha Baron Cohen

Critico e giornalista cinematografico


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Ha sempre guardato all’estero Sacha Baron Cohen, quando ha fatto film si è sempre divertito a incarnare personaggi stranieri con accenti improbabili, portatori di una visione di mondo tra il vergognoso e l’intollerabile per i nostri standard. In questo senso i suoi sono sempre stati film diretti ad un pubblico preciso, l’unico che può rimanere spiazzato da un umorismo che rivolta i nostri consueti punti di vista. Borat, Bruno ma in un certo senso anche Ali G e sicuramente Il Dittatore erano tutti sguardi su luoghi culturalmente remoti del mondo, il Nobby di Grimsby invece no, è l’esatto contrario, la radice culturale occidentale pura, la working class inglese più hard core. Ispirato a Liam Gallagher è insieme l’elite e la massa.

In questo senso Grimsby è veramente tutto un altro paio di maniche rispetto al solito, se prima il bersaglio dei film (sia fatti in stile candid camera di livello avanzato, sia girati tradizionalmente) eravamo noi attraverso la presa in giro di uno straniero, l’uso di un alieno per mettere in scena gli occidentali, ora invece siamo noi direttamente, senza mediazioni. Ovviamente parlando Sacha Baron Cohen, il film è durissimo, un passo più in avanti quanto a volgarità e senso di repulsione rispetto a ciò cui siamo abituati (finalmente Rebel Wilson non risulta sopra le righe ma in tono con il resto del film), un ritorno ai fasti dei film dei fratelli Farrelly. E se in precedenza il doppiaggio cercava di seguire gli strani dialetti parlati dal comico, stavolta invece opta per un italiano standard là dove Nobby invece è un fantastico inglese rozzo da provincia estrema.

Purtroppo il problema è Louis Leterrier. Raramente sì è visto un film così divertente così mal diretto. La storia è inesistente e raccontata malissimo, in certi punti montato in maniera talmente scriteriata da infastidire. Fortunatamente la scrittura di Sacha Baron Cohen è così assurda che riesce a far vivere anche le singole scene della propria struttura, ma non è possibile davvero accettare così tanta sciatteria!
Ci fosse stato qualcuno di più abile al volante sarebbe stato molto più facile e leggero scivolare tra le risate e le asperità di questo film che, ancora una volta, prende le gag più note e le reinventa da capo. Con una citazione ad Ace Ventura e il rinoceronte (ma più gretta), un fantastico scambio di donne da sedurre che si traduce in un momento di incredibile commedia dell’arte in camera da letto, e ancora un tripudio di piccole creazioni alla fine Grimsby vince la sua sfida con la sopportazione e la morale.

Se in precedenza avevamo visto Sacha Baron Cohen scherzare con materiale che nessuno maneggia volentieri, qui c’è una geniale gag ricorrente sull’AIDS (pesantissima), un disprezzo per qualsiasi argomento tabù e la ricerca metodica dell’ano. Umorismo di grana grossissima che incontra quello invece più raffinato delle battute fulminanti e dei sovvertimenti di senso. Sacha Baron Cohen può fare davvero tutto.

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