Grim Dawn, la recensione
Un action RPG à la Diablo ambientato in un mondo devastato, tra lo steampunk e il post apocalittico: la recensione di Grim Dawn
Non c’è molto spazio per colori, umorismo e ambientazioni lussureggianti in Grim Dawn, dato che l’impostazione fantasy tipica del genere lascia qui il posto a un taglio steampunk particolarmente macabro e violento. Cairn, questo è il nome del mondo di gioco che di base tanto somiglia a un Inghilterra vittoriana dopo l’Armageddon, è da tempo vittima di una violenta guerra tra due razze provenienti da una dimensione parallela, gli Aetherial e i Chthonian; in mezzo a questa carneficina c’è la resistenza umana, vista da entrambe le razze come una preziosa risorsa per macabri esperimenti di manipolazione e fusione con cristalli di energia pura, gli Aether. Proprio in questo drammatico clima emerge il nostro eroe, miracolosamente scampato a un esperimento di possessione e chiamato da un piccolo avamposto a collaborare alla resistenza, sfruttando a proprio vantaggi il teletrasporto, la fusione con i cristalli e tutto quanto gli invasori intendono usare contro gli ultimi umani.
Va detto di come la trama sia un semplice pretesto per menare le mani, ma è giusto segnalare non solo l’ambientazione particolare e relativamente innovativa, ma anche un maggiore sforzo di Grim Dawn rispetto ai titoli del genere per dare un senso narrativo più compiuto all’intera esperienza. L’avventura è infatti costellata di numerosi bivi narrativi in cui le nostre scelte morali determineranno il proseguo del nostro viaggio. Non ci si aspetti nulla di particolarmente elaborato e incisivo, ma spesso e volentieri saremo chiamati a scegliere come comportarci in determinate circostanze modificando sia pure marginalmente il corso dell’avventura e rendendo in altre parole ancora più interessante le (inevitabili) run successive alla prima.
[caption id="attachment_152238" align="aligncenter" width="600"] Grim Dawn - screenshot[/caption]
Particolarmente curato e interessante è la personalizzazione delle classi. Ve ne sono sei, che coprono tipologicamente la classica offerta action RPG come tank, mago, attaccante a distanza e altre, ovviamente declinate in salsa steampunk conforme all’ambientazione del genere; quello che è interessante è che anziché una classe sola saremo chiamate a sceglierne due, compiendo non solo una scelta armonica e complementare ma sviluppandole parallelamente nelle rispettive abilità passive e attive, una scelta che aumenta e non di poco la personalizzazione del nostro personaggio. A tutto questo va aggiunto il sistema di punti devozione, che si ottengono scovando e riscattando i santuari abilmente nascosti nell’immensa mappa di gioco. Ogni punto può essere assegnato a una costellazione nell’apposita schermata di sviluppo, sbloccando bonus e abilità particolari in un percorso di sviluppo ad albero da pianificare attentamente. Tutto ciò, in aggiunta all’immensa quantità di oggetti, armi e potenziamenti di cui si è parlato, rende virtualmente impossibile creare due build identiche aumentando di molto la rigiocabilità e la qualità di base del titolo.
"Ogni loot, ogni orda sterminata, ogni punto esperienza guadagnato riempie di soddisfazione, ed è esattamente quello che ci si aspetta"L’unico vero difetto, sia pure nel complesso secondario, di Grim Dawn risiede invece nella fase esplorativa. Cairn è immensa, e anziché dividere il gioco in varie macroaree o livelli i ragazzi di Crate Entertainment hanno optato per un approccio più libero e meno schematico. A impedire la piena esplorazione sin dalle prime fasi vi sono solo alcuni ostacoli come ponti da ricostruire con cianfrusaglie e rocce da far saltare con la dinamite, il backtracking è presente e sin da subito c’è piena libertà, incoraggiata da numerose missioni secondarie. La mappa è però molto poco funzionale e almeno all’inizio regna la confusione; capire dove si deve andare o ancora peggio dove si è con precisione rischia spesso di essere davvero difficile, e solo la presenza ben segnalata dei punti di teletrasporto rende l’esperienza affrontabile. Particolare menzione meritano le ambientazioni, che forse peccano lievemente in varietà, ma sono tutte ben realizzate e d’impatto, cosi come il design dei nemici, pur avendo alti e bassi qualitativi, non manca certo di varietà e nel complesso contribuisce alla soddisfazione del giocatore, dato che spesso lo stimolo a vedere quale nuova mostruosità è in serbo per noi già da solo è sufficiente a caricare il gioco.
[caption id="attachment_152239" align="aligncenter" width="600"] Grim Dawn - screenshot[/caption]
In conclusione, Grim Dawn è un gioco da avere a tutti i costi se si è fan del genere. Si è fatto attendere molto, ma l’attesa è valsa decisamente la pena. Il sequel spirituale di Titan Quest è un titolo profondo, sfidante, capace di dare immense soddisfazioni e di incollare allo schermo, soprattutto se si è capaci di chiudere un occhio su qualche occasionale calo qualitativo in termini più squisitamente produttivi e su una fase esplorativa alle volte un po confusionaria. Vi consigliamo di non farvelo scappare.