GRID è un gioco di guida decisamente poco educato | Recensione
È un'esperienza intensa, quella di GRID, cattiva a tratti, perché la pulizia di guida non è che paghi poi tanto; meglio, piuttosto, usare i muscoli (ma con intelligenza)
GRID è un gioco di guida decisamente poco educato | Recensione
GRID insegna che per frenare, per fare le curve e, ovviamente, per sorpassare, bisogna utilizzare le altre auto. Prendendole a sportellate. Quello di Codemasters è un videogioco di guida dall'impronta smaccatamente arcade, che si ricorda dell'esistenza della fisica solo a tratti, soprattutto in un modello di guida che chiaramente non richiede la precisione delle simulazioni più fedeli ma almeno di saper dosare bene acceleratore e freno, soprattutto quando si decide di graffiare l'asfalto senza alcun aiuto attivato. Sembra quasi la gita di piacere del team di sviluppo britannico, che forse aveva bisogno di scrollarsi di dosso le comunque godibilissime rigidità dei modelli di guida dei vari F1 e DiRT. Un tentativo in realtà l'aveva fatto già l'anno scorso, ma Onrush non è certamente catalogabile tra le sue migliori produzioni.
[caption id="attachment_201124" align="aligncenter" width="1920"] Le situazioni più o meno affollate sono all'ordine del giorno[/caption]
Immediatezza è la parola d'ordine fin da subito, da un primo approccio che non passa attraverso menù e tutorial ma da un terzetto di gare nelle quali il pilota in erba impara subito le regole del gioco. Entrare con l'acceleratore tutto affondato in curva significa comunque uscire di strada, ma è più o meno quanto basta a descrivere le pretese simulative del gioco; il resto lo si capisce immediatamente, quando nel traffico ci si ritrova fianco a fianco con uno, due, tre avversari. È un'esperienza intensa, quella di GRID, cattiva a tratti, perché la pulizia di guida non è che paghi poi tanto; meglio, piuttosto, usare i muscoli (ma con intelligenza), ed ecco che i giochi di sponda che richiamavamo in apertura all'articolo diventano frequentissimi.
[caption id="attachment_201125" align="aligncenter" width="1920"] Quando si fa arrabbiare qualcuno ci si sente, a ragione, con un bersaglio sulla nuca[/caption]
Teatro di queste vere e proprie battaglie su quattro ruote sono tracciati che fanno di tutto per rendere l'esperienza di guida quanto più varia possibile, snodandosi all'interno di diverse città, come San Francisco, Barcellona, L'Avana e Shangai, o replicando circuiti storici, come Silverstone e Brands Hatch. Il fatto che nella stessa ambientazione siano presenti diversi tracciati ne rende il quantitativo certamente più che sufficiente, ma non la varietà: si avverte il bisogno di almeno altri quattro, cinque luoghi, e il fatto che siano in arrivo tramite DLC è decisamente irritante. Nulla di cui lamentarsi invece per quanto riguarda il parco macchine, con mezzi (reali) presenti in buon numero, di categorie diverse, differenti non solo nell'estetica ma anche nel feeling di guida. Sedere al volante di una Chevrolet Camaro o di una Mini non è assolutamente la stessa cosa, anche al netto della natura arcade del modello di guida.
Dove GRID fallisce è nel mettere in piedi un'offerta ludica adeguata. La modalità Carriera, l'unica alternativa alla gara libera, non è niente di più che una serie di eventi collegati, e non sarebbe nemmeno poi troppo un male, vista l'impostazione della produzione, che vuole essere accessibile e di facile fruizione; ma la ripetitività che si accusa già sul medio periodo, figlia anche della scarsità di ambientazioni, taglia le gambe a un divertimento che non può limitarsi alla singola gara. La produzione di Codemasters risulta quindi troppo frammentaria, capacissima di divertire nelle sue rocambolesche sfide e di appagare la vista del giocatore attraverso una tecnica di buon livello, ma non del tutto all'altezza di quanto un videogioco di guida moderno dovrebbe fornire.