Grey's Anatomy 13x17 "Till I Hear It From You": la recensione

La nostra recensione del diciassettesimo episodio della tredicesima stagione di Grey’s Anatomy intitolato Till I Hear It From You

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Spoiler Alert
Lo ammettiamo, ci manca il Montana.
Molto.
Tornare tra le soffocanti pareti del Grey Sloan Memorial dopo l'episodio della scorsa settimana non è stato facile, perché ogni cosa in quel luogo finisce per essere così esageratamente drammatica e priva di senso da diventare ridicola, proprio come nel caso di Diane Pearce e di sua figlia Maggie. La puntata della prossima settimana, diretta per la prima volta da Ellen Pompeo, sarà fondamentale per questi due personaggi, ma quello che abbiamo visto fino ad ora ci lascia con uno strano sapore in bocca. Maggie spesso risulta pedante e piuttosto fastidiosa e ha atteggiamenti tali che persino la propria madre, che sta affrontando una dura prova come quella di un cancro al seno, si è sentita tanto soffocata dai giudizi della figlia da decidere di non dirle la verità. Il cancro è una malattia che mette alla prova chi ne è affetto dal punto di vista fisico e anche - o soprattutto - da quello psicologico,  la sola idea che una donna con una figlia medico non si sia sentita tanto a suo agio con lei da evitare di condividere una notizia così straziante fa sanguinare il cuore per la povera Diane. E più si andava avanti nell'episodio di oggi, più i giudizi affrettati e superficiali di Maggie facevano digrignare i denti. Certamente a sua difesa bisogna ammettere che se mai avesse saputo la verità non si sarebbe comportata in quel modo, ma la vera domanda è perché avere quell'atteggiamento critico e moralista in prima istanza? Di Diane noi spettatori sappiamo poco o nulla, non sappiamo che genere di madre sia stata se non da alcuni accenni che la figlia fa nel'arco di questo episodio che ci fanno intuire che possa essere stata forse un po' rigida, giustificare però l'atteggiamento infantile di Maggie nei confronti di una donna che a tutt'oggi sembra adorabile diventa davvero molto difficile. In quanto a quello che ci aspetterà nel prossimo episodio (e che soprattutto Maggie dovrà affrontare), possiamo certamente dire che non vorremmo assolutamente trovarci nei suoi panni, soprattutto dopo l'atteggiamento che ha tenuto con la madre fino a quando non ha saputo la verità sul suo stato di salute. Se Diane non dovesse farcela, Maggie avrà sicuramente molto di cui pentirsi, questo è certo.

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Poi naturalmente ci sono Owen ed Amelia ed il loro imbarazzante modo di gestire questa difficile crisi. L'atteggiamento di Amelia, soprattutto, è assolutamente incomprensibile. Sì, lo capiamo, il brillante neurochirurgo ha vissuto un'esperienza traumatica dalla quale evidentemente è uscita distrutta, ma come può Owen fare qualcosa in proposito se non ne sa assolutamente nulla? Come è possibile che Amelia gli dia del bullo o lo accusi di soffocarla (tirando tra l'altro meschinamente in ballo persino il fallito matrimonio di lui con Cristina) solo per il fatto che lui le chiede che intenzioni abbia nei confronti del loro matrimonio dopo essere fuggita a gambe levate senza degnarlo nemmeno di una spiegazione? E che senso avrebbe poi quella domanda accusatoria sul perché lui voglia davvero una famiglia e dei figli, come se ci fosse qualcosa di sbagliato nel desiderarne una, come se Owen dovesse essere colpevolizzato per questo? Onestamente non riusciamo a capire molto bene quale sia lo scopo finale degli autori con questa storyline se non quello di rendere il personaggio di Amelia sempre più odioso.

Il fatto che la parte più godibile e meno drammatica dell'intero episodio fosse legata alla storia di una coppia sposata da sessant'anni (le guest star Hal Holbrook e June Squibb) in cui lei muore dopo un delicato intervento, dovrebbe dirla lunga sullo stato di salute di questa stagione di Grey's Anatomy. Sebbene comprendiamo la necessità di creare dramma in una serie come questa, forse ogni tanto gli autori dovrebbero dare al pubblico il tempo di riprendere fiato e respirare, metaforicamente parlando, una boccata d'aria pura (ecco perché ci manca il Montana!), perché al momento è tutto così esageratamente complicato che sta diventando difficile costruire un legame di affezione con i personaggi. Una tregua sarebbe ben accetta.

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