Grey's Anatomy 13x02 "Catastrophe and the Cure": la recensione

La nostra recensione del secondo episodio di Grey's Anatomy, intitolato Catastrophe and the Cure

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Spoiler Alert
Da spettatore, una delle cose più difficili da fare, è vedere un personaggio regredire, ma in una serie che dura da tanti anni come Grey's Anatomy è abbastanza normale che questo accada, un po' come nella vita - infatti - i personaggi di una serie, tendono a vivere in un flusso di corsi e ricorsi storici, in cui determinate cose che sembravano dimenticate possono improvvisamente ripresentarsi. E così accade proprio con Alex Karev, entrato nella serie come uno sciupa femmine strafottente, poco incline allo studio il cui futuro sembrava tutt'altro che brillante, un personaggio che, nel corso degli anni, è però profondamente cambiato e maturato, diventando non solo un essere umano compassionevole, ma anche un bravissimo medico, sia dal punto di vista prettamente tecnico, che da quello umano. E' probabilmente per questo motivo che l'istinto porta gli spettatori a prendere le sue parti in questa faccenda: Alex è un uomo intelligente, sa di aver sbagliato e sa che la violenza che ha scatenato contro DeLuca è difficile da perdonare ed è proprio questa coscienza di sé che rende la sua situazione tanto complessa. La domanda che sorge spontanea è ovviamente se per un unico errore (nella sua vita da adulto), Alex meriti davvero di vedere andare in fumo tutto quello che ha costruito fino ad ora e la risposta non è semplice, perché nonostante il reato penale che pende sulla sua testa sia un'accusa pesante, non significa che non sia ingiustificata. La violenza, quel genere di violenza, non è mai una risposta ed è evidente che c'è qualcosa che brucia dentro quest'uomo che ancora non è sopito e che minaccia di uscire. Sarà quindi interessante vedere come gli autori usciranno da questo complicato impasse, perché sembra non esserci molto spazio per altro se non due distinte prese di posizione: giustificare la violenza ed assolvere Alex o condannarlo e vedere andare distrutta una vita faticosamente costruita.

La posizione di Jo non è meno complessa. Sicuramente lei, più di altri, avrebbe potuto comprendere il motivo dell'esplosione di Alex, ma la realtà è che non lo ha obbligato lei a rispondere in un modo tanto brutale, per non parlare del fatto che la ragazza, dietro alla sua reticenza di parlare del marito, sembra nascondere una triste storia di abusi, come può quindi una donna forse vittima di violenza, riuscire a giustificarla?

Sul fronte Meredith le cose continuano ad essere piuttosto stranee la donna, come spesso è accaduto in passato, non sembra riuscire a prendere una posizione definita, quando avrebbe potuto raccontare a Maggie la verità su Nathan ha scelto di non farlo, decidendo di lasciare lui per non ferire i sentimenti della sorella, ma poi continua a pilotare le cose nell'ombra, arrivando a dire chiaramente a Nathan di non uscire con Maggie quando lei glielo chiederà. E' ovvio, Meredith lo fa perché sa che Nathan non è assolutamente interessato alla sorella, ma sarebbe un sollievo vederla ogni tanto comportarsi come la persona adulta che è e dire la verità a tutti: a Maggie, facendole capire chiaramente di essere interessata a Nathan, e a lui per provare a vivere questo rapporto e vedere dove porterà entrambi. Come può questo strano atteggiamento che sta avendo non finire in un autentico disastro?

Sul fronte Jackson/April le cose sembrano promettere bene, la giovane, costretta a rimanere in ospedale per le lesioni riportate dopo il parto, vede dimettere la sua bambina prima di lei e comincia a preoccuparsi seriamente di come potrà essere la sua vita di madre single quando tornerà a casa ancora convalescente e con una neonata di cui occuparsi. A salvare la situazione, fortunatamente, arriva il bel Jackson che le propone di andare a vivere insieme quando sarà il suo turno di l'ospedale. Se son rose fioriranno, giusto?
(Perché con loro i fiori d'arancio non hanno funzionato molto bene.)

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