Gretel e Hansel, la recensione
Più che una rilettura della favola, Gretel e Hansel è il pretesto per fare un film complicato e pieno di idee moderne
Abbiamo visto diversi film in questi anni raccontare il momento in cui una donna si libera dai lacci della società (siano stereotipi, patriarcato o tradizione) per realizzare il proprio pieno potenziale ed essere quindi felice o di successo.
C’è ben poco da spoilerare nella storia di Hansel e Gretel, se non quello che il titolo di questo film già anticipa, cioè che è Gretel la protagonista, sorella maggiore (di tanto) che con Hansel vaga nel bosco dopo che la madre li ha cacciati di casa incapace di sfamarli. I due nel loro vagare incontrano creature mutate, simil-zombie e un cacciatore che li indirizza, mangiano funghi allucinogeni (come se in quei boschi non fossero inquietanti abbastanza) e finiscono affamatissimi in una casa, l’unica che hanno trovato, piena di roba da mangiare e gestita da una donna anziana e abbastanza spaventosa.
Il risultato è un film d’atmosfere di buona soddisfazione e ad un certo punto anche seria paura. Non la paura dei jumpscare ma più quella di costumi, volti e ambienti che inquietano. Tutti dettagli che impediscono ad un film di essere prodotto a meno di non avere dietro di sè un titolo di richiamo. Ancora una volta l'horror è solo un mezzo per autori in cerca di possibilità di fare film e di dimostrare quel che hanno da dire.
Gretel nel periodo di permanenza con la strega inizia a capire molto di sé tramite incubi che forse non sono nemmeno tali. In questo modo il film sfuma i confini tra vero e immaginato e lavora su un senso di pericolo incombente, di spiritismo, occultismo e di minaccia molto forti. Nessuno lo dice ma lo capiamo sempre che questa scoperta di un potenziale non sta andando bene. Nonostante questo non sia propriamente un film commerciale e anzi lavori dalle parti del cinema americano da festival, un ottimo ritmo è impresso dall’evidenza di stare assistendo ad un’inevitabile discesa verso la morte.
Il film mette in chiaro subito che il mondo non è un bel posto per una donna, spiega bene come il mondo complotti contro di loro e le marginalizzi, offre alla sua protagonista una strada alle spese degli uomini e poi ci lascia con l’amaro in bocca perché forse non tutto ha funzionato come i protagonisti speravano.