Green Book, la recensione
Senza smentire mai le aspettative del pubblico Green Book riesce a perdere la partita ideologica ma a vincere quella umana
Per aggiungere dubbi ad altri dubbi va detto che la parabola superficiale del film è anche ideologicamente discutibile. Green Book cerca disperatamente di piacere a tutti, anche a chi non possa dirsi davvero progressista, perché sposta la questione razziale sul territorio personale. È sempre la massa a essere discriminata, più raramente i singoli, e questo è un film sui singoli, su un uomo razzista che si ravvede lavorando a stretto contatto con un afroamericano eccezionale. L’eccezionalità è parte del dribbling ideologico. Perché Don Shirley è presentato come un nero bianco, lo stesso autista glielo rinfaccia quando afferma di non conoscere musicisti neri popolari come Little Richie. Di fatto in lui non c’è traccia di cultura nera, è un bianco con la pelle di un altro colore. La grande differenza tra i due è più sociale che altro.
Per giunta anche un ambito spinoso come l’omosessualità di Don Shirley è svicolata con abilità o meglio è un dettaglio che il film affronta esattamente con la noncuranza con la quale lo affronterebbe l’autista Tony Vallelonga: una repentina tolleranza data dalla conoscenza maturata associata a una voglia smodata di dimenticare quel particolare il più in fretta possibile.
A fronte di tutto questo però Green Book ha anche una forza che è impossibile non riconoscere, una che non sta di certo nelle scelte fatte né nell’impostazione ma è tutta nell’esecuzione.
La parabola più che usuale di questa strana coppia tocca tutti i punti necessari per non sorprendere nessuno e soddisfare tutti, è un viaggio in cui piccole umiliazioni sono sanate dall’amicizia e dal rispetto maturato da un uomo ignorante ma di buon cuore, partito razzista e tornato amico di un nero nella notte di Natale. È un film da Hollywood degli anni ‘50 o inizio ‘80, materiale che non si gira più nelle cui pieghe però sta l’umanità di cui è capace il cinema americano mainstream, anche quando ha paura di turbare animi.