GreedFall, l’action RPG in difesa dell’ambiente che non ti aspetti | Recensione

GreedFall è un action RPG estremamente ambizioso. Lo è nelle dimensioni della mappa, nel numero di personaggi coinvolti, nel gameplay che tenta di bipartirsi tra dialoghi e combattimenti

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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GreedFall | Recensione

Spiders è una piccola software house francese con un evidente problema di propriocezione. I membri del team che la compongono, una cinquantina circa, sfoggiano puntualmente una perfetta conoscenza dei trend che influenzano il mass market, cavalcandoli tutt’altro che casualmente nelle loro produzioni. Eppure non riescono affatto a reinvestire correttamente questa elevata percezione dello stato dell’industria, né gestiscono in modo proficuo la folgorante ambizione che alimenta la passione degli sviluppatori tra le loro fila.

È già accaduto qualche anno fa con The Technomancer, capitolato sotto il peso di troppe feature appena abbozzate. Sorte simile tocca, oggi, a GreedFall, action RPG che tuttavia valica ampiamente il baratro della mediocrità, grazie ad un’ambientazione di per sé originale e ad un combat system stuzzicante.

Il mondo concepito dagli artisti di Spiders è una versione fantasy del XVII secolo, luogo in cui la cavalleria è considerata un valore, ci si sposta a cavallo quando non in nave, si combatte sia con la spada e l’archibugio, che con palle di fuoco e scariche di energia. Alla volta del nuovo continente, il protagonista dell’avventura, l’ambasciatore De Sardet, sbarcherà sull’isola Teer Fradee con il duplice compito di cercare una cura per il morbo che sta mettendo in ginocchio il suo paese natale e di gestire al meglio i rapporti tra le compagnie che si contendono il controllo delle risorse del luogo in questione, strappate con la violenza agli autoctoni che vivono in sintonia e in simbiosi con la natura.

[caption id="attachment_200458" align="aligncenter" width="1000"]GreedFall screenahot In linea teorica è anche possibile sgattaiolare alle spalle dei nemici per evitare il conflitto. All’atto pratico la componente stealth è l’ambito peggiore e più inutile di tutto il gioco[/caption]

GreedFall, insomma, pur garantendo un altissimo numero di combattimenti, per tipologia di protagonista chiamato in causa, rende dialoghi e rapporti tra personaggi due caratteristiche primarie del gameplay.

Purtroppo, se ambientazione e art design sanno il fatto loro, dando forma a paesaggi e scorci cittadini ispirati, originali e persino stranianti nel mettere a contatto un periodo storico tutt’altro che cavalcato in chiave fantasy, per quanto concerne la trama il giudizio non è del tutto positivo. Pur a fronte di un plot di per sé intrigante, nonostante un epilogo indiscutibilmente frettoloso, la caratterizzazione delle fazioni tirate in ballo, così come la sceneggiatura, lascia spesso e volentieri a desiderare. Il più grande rammarico, in questo senso, è legato a doppio filo proprio alla popolazione autoctona, deputata a sviluppare il tema centrale di GreedFall. Se da una parte, la critica all’imperialismo, al capitalismo e allo sfruttamento indiscriminato di risorse e territorio è palpabile e ben articolata, gli isolani non sono altro che macchiette sullo sfondo, poco più che bizzarri primitivi da guardare divertiti.

"Per ogni cosa buona ce n’è almeno una negativa e ciò vale anche per il comparto grafico"In generale, gli artisti di Spiders non sono stati in grado di inspessire il cast coinvolto, né di modellare NPC carismatici, dai complessi background. E questo, ovviamente, vale anche per i numerosi alleati che incontrerete lungo il cammino.

La trama si lascia seguire, insomma, ma nemmeno il buon De Sardet sfonda lo schermo, problematica tanto più impattante sull’economia di gioco, quanto più si decide di risolvere la maggior parte delle situazioni attraverso il dialogo. Le conversazioni, affidate come ormai da tradizione a risposte multiple che possono influenzare il corso degli eventi, introducono una delle poche novità ludiche promosse dal gioco. A deciderne l’andamento, così come le opzioni di replica disponibili, concorrerà anche l’alleato, selezionato direttamente dal party, che parteciperà insieme all’ambasciatore alla discussione.

A seconda degli abiti indossati, delle abilità passive del compagno, dell’andamento della campagna e degli eventuali precedenti con l’NPC di turno, sortirete effetti differenti, instradando il proseguo della missione in un modo differente.

Questo, senza dubbio, l’aspetto più interessante di una produzione che pur fregiandosi di un comparto ruolistico di tutto rispetto, di un combat system soddisfacente e di una longevità in linea con produzioni simili, trenta ore almeno per la sola main quest, fatica ad ingranare.

Salendo di livello imparerete a personalizzare, in base al vostro stile di combattimento, abilità e bonus elargiti a De Sardet. Al contempo, sfruttando il crafting ed esplorando il mondo di gioco otterrete nuove armi ed equipaggiamento. In battaglia saggerete la bontà di meccaniche votate all’azione, a fronte di un control scheme che, dall’attacco pesante alla schivata, non manca di nulla. Vagando liberamente per l’isola di Teer Fradee, vi imbatterete in un notevole numero di subquest e missioni dal respiro ben più contenuto.

Eppure, al tempo stesso, è complicato entrare in sintonia con una progressione del personaggio caratterizzata dalla presenza di pochissime abilità magiche apprendibili, caratteristica, per esempio, che rende quasi impossibile dare vita ad uno stregone in grado di cavarsela in qualsiasi situazione. Le lotte all’arma bianca sono caratterizzate da un buon ritmo, ma infastidisce l’estrema legnosità di ogni animazione. Per quanto l’open world di Spiders sia ricco di cose da fare, quelle realmente interessanti sono molte meno.

[caption id="attachment_200459" align="aligncenter" width="1000"]GreedFall screenahot Nel corso dell’avventura incontrerete numerosi alleati. Tra questi dovrete sceglierne sempre due che comporranno il party. Entrandoci in confidenza, potrebbero arrivare a confidarvi diversi segreti o a mettere al vostro servizio abilità extra[/caption]

Per ogni cosa buona, insomma, ce n’è almeno una negativa e ciò vale anche per il comparto grafico, soddisfacente nel colpo d’occhio, ma mortificato da ambientazioni spesso spoglie, quanto non riciclate di sana pianta, e da NPC privi di vita, del tutto indifferenti all’alternarsi della notte con il giorno.

GreedFall è un action RPG estremamente ambizioso. Lo è nelle dimensioni della mappa, nel numero di personaggi coinvolti, nel gameplay che tenta di bipartirsi tra dialoghi che possono sostituirsi all’azione vera e propria e adrenalinici combattimenti con spade, incantesimi e fucili.

Purtroppo non tutto può dirsi completamente riuscito. Un po’ perché la caratterizzazione dei personaggi lascia a desiderare e la narrazione ambientale fa acqua da tutte le parti, a causa di scenari poco popolati e credibili. Un po’ perché la progressione del personaggio non è bilanciata come ci si aspetterebbe. Un po’ perché graficamente si palesano i problemi di tempo e denaro che ha certamente patito Spiders nel concepire e realizzare un titolo di simili proporzioni.

Un gioco insomma interessante, indicato però solo agli irriducibili del genere, che chiuderanno volentieri un occhio sulle numerose storture.

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