Gravity Rush Remastered, la recensione
Il ritorno, in alta definizione, della splendida Kat: la recensione di Gravity Rush Remastered
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Gravity Rush, ai tempi della sua pubblicazione originaria su PS Vita nel 2012, poteva essere paragonato ad un film dello Studio Ghibli: non c’erano motivazioni particolari che lo rendessero oggettivamente migliore di altri titoli simili, solo un mix di fattori, difficilmente descrivibili, che riuscivano a catalizzare l’attenzione dell’utente e a trascinarlo in uno stato di estasi. Si restava abbagliati, incantati, ipnotizzati dal perfetto connubio tra un art design maestoso e un gameplay certamente non perfetto, ma d’impatto, a suo modo originale, efficacissimo nello sfruttare sagacemente le feature uniche dell’handheld nipponico.
A distanza di anni, non era affatto scontato che lo spettacolo si ripetesse, con la stessa efficacia, anche sul grande schermo di casa, anche su PlayStation 4. I motivi di un simile scetticismo erano molti, sia da un punto di vista prettamente temporale, perché sarebbe potuto risultare superato e ormai anacronistico, sia considerando il modo in cui sarebbe stato fruito un gioco che era stato espressamente ed esclusivamente progettato per un sistema portatile. L’ormai espertissima Bluepoint Games, che si è fatta le ossa su altri porting in alta definizione come Metal Gear Solid HD Collection e il più recente Uncharted: The Nathan Drake Collection, ha accettato la scommessa e, con l’ovvia complicità di quanto di buono ideato e creato da Project Siren all’epoca, ha riportato alla luce un action-adventure attualissimo, ancora in grado di stupire e appassionare l’amante del genere, ma anche chi è alla ricerca di un titolo meno convenzionale del solito.
" Bluepoint Games ha accettato la scommessa e, con l’ovvia complicità di quanto di buono ideato e creato da Project Siren all’epoca, ha riportato alla luce un action-adventure attualissimo"[caption id="attachment_150681" align="aligncenter" width="508"] Tra le poche feature certamente superate di questa Remastered, le cut-scene in stile fumetto. Appropriate su PS Vita, dove era intrigante “sfogliarle” interagendo con il touch-screen, meno ammalianti sul grande schermo di casa.[/caption]
Il resto si (ri)presenta inalterato, ad esclusione delle ovvie modifiche apportate al sistema di controllo. Gli scomodi comandi, allora impartibili tramite touch-screen e accelerometri, per le schivate e poco altro a dire il vero, sono stati rimpiazzati da ben più affidabili pulsanti e trigger da premere. Kat, con la stessa leggiadria d’un tempo, può modificare la forza di gravità che agisce sul suo corpo, potendo così librarsi in aria, camminare sulle pareti, raggiungere con un balzo piattaforme altrimenti irraggiungibili. Hekseville è un parco giochi in cui accumulare gemme, utili per migliorare le varie statistiche dell’eroina, completare missioni secondarie, dove mettere a dura prova le proprie abilità, proseguire nel completamento della main quest.
L’obiettivo iniziale è liberare la città dalla presenza dei Nevi: oscure creature che andranno abbattute colpendone il nucleo sensibile, affidandosi alla capacità di Kat di volare e compiere poderosi attacchi aerei. La varietà del level design, unitamente a boss fight spesso impegnative e complesse al punto giusto, assicurano una campagna sempre emozionante e poco ripetitiva. Come se non bastasse, la trama propone un nutrito numero di fittissimi misteri, tutti ottimi per mantenere vivo l’interesse, molti dei quali non troveranno spiegazione nemmeno una volta completata l’avventura: per qualcuno si tratterà di un compromesso inaccettabile, ma non bisogna dimenticare che a breve è prevista la pubblicazione del diretto sequel del gioco.
[caption id="attachment_150682" align="aligncenter" width="508"] I nemici di Kat, i sinistri Nevi, ci ricordano gli Angeli di Evangelion. Oltre all’aspetto, infatti, anche loro per essere sconfitti andranno colpiti in un punto specifico del corpo.[/caption]
Gravity Rush Remastered, visto il relativo insuccesso dell’originale, è un’apprezzatissima e giustissima opera di recupero, restauro e riproposizione di un piccolo capolavoro che meritava una ì sorte ben diversa. Si tratta, ovviamente, dell’ennesima operazione commerciale messa in atto da Sony, utile per pubblicizzare una saga che a breve avrà un seguito, ma la qualità del porting, e dell’originale, è fuori questione. Quasi inutile per chi ebbe già il piacere su PS Vita, imperdibile per chi è alla ricerca di action-adventure originale, divertente e impreziosito da un comparto grafico-sonoro semplicemente straordinario.