Grassassin's Pig, la recensione

Abbiamo letto e recensito per voi Grassassin's Pig, l'ultimo fumetto della serie di Zannablù scritto e disegnato da Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Cinema, letteratura, videogiochi. Nessun settore dell'intrattenimento è al sicuro dalla furia parodistica del cinghiale dalla dentatura azzurra. Puntuale come ogni anno, è arrivato a Lucca Comics il nuovo fumetto di Barbara Barbieri e Stefano Bonfanti, la coppia di autori nota come I Dentiblù. Il titolo è di quelli che fanno sghignazzare già da soli e colpiscono potentemente l'immaginario collettivo, oltre che quello videoludico: Grassassin's Pig.

Ozio Auditonto era un Grassassino. Anche Ibn-Lardhat lo era prima di lui. In un'epoca ancora più lontana, dell'arte omicida era maestro Hamtair. Zannablù, con l'aiuto dell'amico di sempre, Majalo Pazzo, dovrà usare le apparecchiature fantascientifiche che gli consentono accesso al Malanimus per recuperare i ricordi ancestrali dei suoi avi, prendere il controllo dei loro corpi nel passato e svelare il segreto del condimento che rende ogni cosa buonissima, salvando così le sorti dell'osteria costosissima in centro a Firenze dove lavora come lavapiatti. Ma chi e dove produce la Spezia dell'Eden? E il Malvagio Giotto quale parte avrà, questa volta, nella storia?

Sono in forma, i Dentiblù. Si sa sempre cosa aspettarsi dal loro fumetto: parodie, risate, battute che oscillano tra l'idiozia consapevole e divertita e l'intelligenza comica, una densità di "scemo chi legge" nascosti tra le vignette di entità variabile. Grassassin's Pig è uno dei loro fumetti più riusciti. Ottima contestualizzazione del riferimento di partenza, ovvero la saga di videogiochi di Assassin's Creed, ovviamente; una serie di accenni irriverenti alle brutture della contemporaneità davvero ben riusciti, soprattutto quello a un certo politico bacchettone e moralista e quello esilarante a un mortifero musicista italiano dei nostri tempi; una storia lineare e divertente, al servizio delle gag come di consueto, ma capace di non restare soltanto sullo sfondo.

Una nota di merito alle prolungate scene in cui un certo menestrello ci racconta le gesta di Zannablù nei panni di Ozio Auditonto: non sappiamo se i versi in rima baciata siano frutto della penna della Barbieri o di Bonfanti, ma plaudiamo alla correttezza metrica e ritmica. Persino un paio di endecasillabi ipermetri fanno bella mostra di sé e della consapevolezza prosodica degli autori.

I fumetti di Zannablù, pur rimanendo sempre gli stessi, ogni anno sembrano poi migliorare gradualmente per quanto riguarda la confezione grafica. Lo stile di disegno dei Dentiblù è sempre lui, cartoonesco e caricaturale, l'aspetto dei loro maiali (o majali) rimane immutato, ma la regia della pagina e la perizia del tratto fanno ogni volta dei passi avanti.

Grassassin's Pig è un volumetto molto divertente, un bell'esempio della comicità dei Dentiblù, insomma. Se siete dei fan, è da recuperare senza dubbio per una dose di risate all'altezza dei migliori lavori della coppia. In caso contrario, avrete per le mani un'ottima occasione per fare la conoscenza di Zannablù il cinghiale e del suo universo narrativo.

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