Le grandi sfide di Zio Paperone, la recensione

Le grandi sfide di Zio Paperone raccoglie due storie scritte da Artibani e disegnate da Perina

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il settantesimo compleanno di Zio Paperone è stato celebrato in molti modi: dal suo ritorno in versione animata nel reboot di DuckTales alla riproposta di sue storie classiche in collane varate per l'occasione, il papero miliardario si conferma uno dei personaggi di punta di casa Disney.

Se parliamo della produzione di fumetti disneyani, in Italia diventa forse il protagonista assoluto, una figura sempre più sfruttata, sulla scia della caratterizzazione originale di Carl Barks, che lo ha tratteggiato come una figura dalle mille sfaccettature e affamato di avventura, capace addirittura di mettere in ombra addirittura Topolino e Paperino.

Le grandi sfide di Zio Paperone è probabilmente il modo migliore per onorare la versione moderna del personaggio, il suo presente e il suo futuro, dimostrando le potenzialità attuali e non limitandosi a onorare le storie classiche. Il volume raccoglie infatti due fumetti scritti da Francesco Artibani e disegnati da Alessandro Perina: due opere recenti (la prima risale al 2013, la seconda è stata pubblicata un paio di mesi fa su Topolino) che valorizzano il papero e ce lo mostrano più in forma che mai.

Zio Paperone e l'ultima avventura è sostanzialmente il miglior racconto degli ultimi vent'anni che abbia per protagonista lo Zione. Artibani orchestra un fumetto epico in cui i quattro principali antagonisti del Nostro (Cuordipietra Famedoro, Rockerduck, Amelia e i Bassotti) uniscono le forze per sferrare l'attacco decisivo alla loro nemesi. La sensazione di minaccia è palpabile, così come è credibile e spaventoso assistere alla riuscita del loro piano. Ci preoccupiamo realmente nel vedere Paperone caduto in disgrazia, una delle crisi più serie che abbia mai affrontato, necessaria per dimostrare quanto possa essere agguerrito quando deve lottare per tornare in possesso della sua fortuna. Il team-up di villain non è però la principale attrattiva della storia, tra un simpatico omaggio barksiano e una morale emozionante che ricorda e rinnova la profondità emotiva del protagonista.

Zio Paperone e il segreto di Cuordipietra prosegue il discorso sulla famiglia iniziato nella storia precedente, lasciando però a Famedoro il ruolo di unico avversario. Quest'ultimo si presenta con una generosità troppo sospetta, e ovviamente il suo obiettivo è quello di portare un'altra volta alla rovina Paperone, ma il piano - dal punto di vista narrativo - non riesce a eguagliare il senso di pericolo della storia precedente, risultando una "normale" storia di Paperi, che può godere però di un respiro più ampio, così da approfondire a dovere i diversi elementi narrativi e arricchire la vicenda.

Anche in questo caso il cast ripesca alcuni personaggi trascurati da tempo: Sgrizzo e Gedeone Paperone, due figure ideate da Romano Scarpa. Non manca poi una frecciatina all'albero genealogico ideato da Don Rosa abbastanza esplicativa della visione elastica della famiglia dei Paperi, secondo la quale si possono benissimo utilizzare personaggi ed elementi della continuity Disney senza dover razionalizzare tutto all'estremo.

Se le sceneggiature sono di livello decisamente elevato, purtroppo il tratto di Perina - che pur dona una buona espressività ai personaggi - è privo di quel guizzo in grado di alzare l'asticella del fumetto, come invece abbiamo visto recentemente in fumetti Disney percepiti come vere e proprie storie evento, complice un comparto grafico più curato del solito.

Anche i contenuti speciali di questo albo non rendono giustizia al valore delle storie al suo interno, limitandosi a qualche breve dichiarazione dei due autori sui personaggi, quando invece sarebbe stato molto più interessante addentrarsi nel processo di costruzione dell'opera.

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