Gotham 4x21, "A Dark Knight: One Bad Day", la recensione

La nostra recensione del ventunesimo episodio della quarta stagione di Gotham, intitolato "A Dark Knight: One Bad Day"

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Jeremiah Valeska è sempre più intenzionato a trascinare Gotham nel caos e nell'anarchia più totali. Dopo aver fatto detonare la prima del suo arsenale di terrificanti bombe disseminate in tutta la città, con Gordon apparentemente morto, il piano del nuovo "Joker" sembra prossimo al successo.

Mentre Bullock prova a ricomporre le fila del GCPD, il più inaspettato team di "eroi" si unisce per provare a fermare il pazzo, ma intelligentissimo, criminale, mentre i limiti psicologici di Bruce sono portati al limite, quando la vita di una delle persone a lui più care viene seriamente minacciata.

Come c'era da aspettarsi già dal titolo, nel ventunesimo e penultimo episodio della sua quarta stagione, ecco che Gotham incontra Batman: The Killing Joke, uno dei fumetti più seminali e rivoluzionari di sempre del Cavaliere Oscuro, realizzato nel 1988 da Alan Moore (testi) e Brian Bolland (disegni). L'adattamento, seppur liberissimo, della suddetta graphic novel è la più cristallina conferma di quello che è stato l'intento degli autori dello show, in questa stagione: rendere la storia più grande, adulta, violenta, e così facendo trascinare anche i protagonisti - Bruce Wayne su tutti - in una caotica spirale dalla quale sarebbero solo potuti uscire cresciuti, o non uscirne per niente.

Già dalle prime sequenze di A Dark Knight: One Bad Day, infatti, abbiamo la definitiva certezza di quanta acqua sia passata sotto i virtuali ponti che collegano la scorsa annata con quella attualmente in corso, e in procinto di concludersi. Di fronte a noi, infatti, si erge quella che possiamo considerare come la versione definitiva del Joker di questo universo narrativo: Jeremiah è infatti un villain spietato e incontrollabile, eppure dotato di una razionalità tutta sua, che lo rende più pericoloso che mai. Il villain ha un duplice intento: distruggere la città e trascinare nella (sua) follia l'"amico" Bruce. Questa sono soluzioni narrative pittoresche, vero, ma sicuramente coerenti con il profilo del criminale.

Complessivamente, la trama di questo penultimo episodio della quarta stagione di Gotham è discreto, ma dispiace constatare anche come nel capitolo che avrebbe dovuto rappresentare una sorta di "consacrazione" dello show, si siano operate soluzioni di scrittura discutibili. La storyline secondaria che vede nascere l'alleanza tra il Pinguino e Barbara Kean (assieme ad altri personaggi), per quanto originale, è però sostanzialmente inutile. Ben peggiore si sta rivelando, inoltre, il filone narrativo che ha visto nascere l'innamoramento tra Lee e l'Enigmista: diciamocelo, il fatto che non stia in piedi sarebbe anche giustificabile ai fini della storia generale, ma la messinscena di questo spaccato è molto stentata e a tratti imbarazzante; per conferma, si guardi al "cazzotto" con il quale Gordon riesce a fuggire dalle grinfie di Edward Nigma, e come quest'ultimo sia nascosto a origliare il Capitano e la sua ex amante nelle battute finali dell'episodio. Come dicevamo, piuttosto imbarazzante.

Più coerente e significativo, anche in relazione a The Killing Joke, è invece il percorso narrativo compiuto da Bruce (e Selina), specie in funzione del cliffhanger finale, se non sorprendente per chi conosce il fumetto, almeno sufficientemente coinvolgente.

Ora non resta che scoprire come gli eventi evolveranno nel season finale.

Veniamo ora a tutti i riferimenti e accostamenti tra l'episodio e The Killing Joke, storia in cui Joker assalta Jim Gordon e sua figlia Barbara (alias Batgirl), ferendo gravemente la seconda e rapendo il primo, per sottoporlo a indicibili torture con Batman spettatore, così tra trascinare la sua nemesi nella follia. In Gotham, Jeremiah ripropone la tesi sostenuta dal Principe Pagliaccio del Crimine nella suddetta graphic novel, che vi proponiamo integralmente, perché scritto magnificamente: "Desideravo tanto che venissi qui. Vedi, non è importante anche se mi catturi e mi rimandi nel manicomio... ho fatto impazzire Gordon. Ho dimostrato la mia tesi. Ho dimostrato che non c'è differenza tra me e chiunque altro! Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un folle. Ecco quanto dista il mondo da me. Una giornata storta. Anche tu hai avuto una giornata storta, dico bene? Ne sono certo. Lo capisco. Hai avuto una giornata storta e tutto è cambiato. Altrimenti perché ti vestiresti come un topo volante? Una giornata storta che ti ha reso pazzo quanto tutti gli altri... Solo che tu non lo ammetti! Continui a fingere che la vita abbia senso, che ci sia una ragione per tutto questo lottare! Dio, mi fai vomitare. Voglio dire, che ti è successo? Cosa ti ha reso quello che sei? La fidanzata uccisa dai banditi? Un fratello sfregiato da un rapinatore? Qualcosa del genere, scommetto qualcosa del genere... Qualcosa del genere è successo a me, sai. Io... non sono certo di cosa sia stato." Ed ecco come il "One Bad Day" del titolo è presto spiegato, con Alfred che prende il posto di Gordon nello show, e Selina, tristemente, quello di Barbara.

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