Gotham 4x17, "A Dark Knight: Mandatory Brunch Meeting", la recensione
La nostra recensione del diciassettesimo episodio della quarta stagione di Gotham, intitolato "A Dark Knight: Mandatory Brunch Meeting"
L'obiettivo di Jerome si scopre essere un ingegnere di nome Xander Wilde, che nessuno sembra però aver mai incontrato di persona. Il mistero porta a una sconcertante rivelazione.
A Dark Knight: Mandatory Brunch Meeting, diciassettesimo episodio della quarta stagione di Gotham, è un altro godibilissimo capitolo dello show, che brilla particolarmente grazie alle grandi capacità interpretative del giovane attore Cameron Monaghan, il cui talento abbiamo avuto modo di rilevare anche in Shameless.
Ma c'è di più, proprio al riguardo del personaggio di Jerome. Insita nella caratterizzazione del villain c'è un'equilibrata commistura di più fattori, di origine e natura eterogenea: nel "proto-Joker" di Gotham, infatti, ritroviamo sia gli aspetti più farseschi e grotteschi del Principe Pagliaccio del Crimine ideato da Tim Burton e personificato da Jack Nicholson, sia quelli più realistici - e forse per questo più spaventosi - del terrorista interpretato dal compianto Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.
Proprio sulle orme di Ledger, in termini di recitazione (anche negli aspetti più fisici, come la postura e la deambulazione), in questo episodio Monaghan è splendido nella sua interpretazione, resa ancora più ardua dal duplice ruolo richiestogli. Da solo, il giovane attore riesce a rendere speciale una storia forse anche prevedibile e di sicuro molto derivativa, che non manca però di sorprendere grazie ad alcuni twist narrativi ben riusciti.
Non vanno dimenticate, inoltre, sequenze di grande fascino - specie per gli amanti della mitologia di Batman - come il bizzarro brunch tra alcuni dei più noti villain del Cavaliere Oscuro e il "quiz" messo in scena dall'Enigmista. Al riguardo è però francamente poco credibile la liaison romantica tra Nigma e la Tompkins, ma anche qui aspettiamo di vedere come si evolverà questa storyline. Dimenticabile, purtroppo, è invece l'arco narrativo dedicato a Solomon Grundy.
Oggi come oggi, Gotham si sta rivelando uno show davvero piacevole da guardare: abbiamo a che fare sì con un'intrattenimento estremamente semplificativo e mainstream, ma che non manca di spunti interessanti e di soluzioni narrative coraggiose.
Nella sua evoluzione, Jerome è ovviamente sempre più vicino al profilo del Joker classico, e c'è un duplice elemento che ci fa credere in questa ipotesi: in primo luogo, quando il personaggio accenna a come basta solo un giorno di follia per perdere il senno non solo fa un riferimento al film Il Cavaliere Oscuro, ma soprattutto alla graphic novel Batman: The Killing Joke, di Alan Moore e Brian Bolland. Inoltre, sembra proprio che il criminale sia prossimo a utilizzare l'arma più iconica del Principe Pagliaccio del crimine, vale a dire il suo celebre gas che trasforma le vittime in grottesche maschere paralizzate in una mortale risata.