Gotham 4x16, "A Dark Knight: One of My Three Soups", la recensione

La nostra recensione del sedicesimo episodio della quarta stagione di Gotham, intitolata "A Dark Knight: One of My Three Soups"

Condividi
Jerome, il Cappellaio Matto e lo Spaventapasseri sono artefici di una spettacolare rivolta ed evasione dall'Arkham Asylum. Conseguentemente, i tre folli super criminali danno vita a un piano volto a creare il caos più totale in città. Gordon, che vive un momento emotivo molto complesso, e Bullock devono dunque coordinare al meglio il GCPD per cercare di salvare una difficilissima situazione.

Nel frattempo, Bruce chiede aiuto a Selina per mettere in atto una strategia potenzialmente vincente, e Barbara Kean comprende a pieno quale "dono" Ra's al Ghul le ha fatto prima di morire: la donna ha il compito di raccogliere il retaggio della Testa del Demone e guidare la Lega degli Assassini in una nuova era.

A Dark Knight: One of My Three Soups rappresenta un nuovo incipit narrativo per la quarta, riuscitissima, stagione di Gotham: conclusasi la storyline che vedeva il personaggio di Sofia Falcone come main villain - la quale, a sua volta, aveva raccolto il testimone di Oswald Cobblepot - ecco andare in scena l'inizio di un nuovo arco che vede e vedrà Gordon e i suoi alleati, senza dimenticare i giovani aspiranti vigilanti, fronteggiare un trittico di personaggi dotati di un alto coefficiente di pericolosità, oltre che di pazzia. Il Cappellaio Matto e lo Spaventapasseri sono tra gli avversari più pittoreschi di Batman: ciascuno ha una sua propria mitologia e una singolare caratterizzazione, e non è difficile esserne affascinanti leggendone le avventure a fumetti (o televisive). Se a questi poi aggiungiamo un personaggio come Jerome, che dovrebbe essere una specie di "proto-Joker" - anche se manca l'ufficialità, in questo senso - ecco che abbiamo una ricetta potenzialmente vincente per una storia che sembra essere appena all'inizio, e potrebbe riservare molte, piacevoli sorprese.

In tutto questo, nonostante l'apertura di una nuova parentesi, ecco che gli autori sono molto bravi anche a non dimenticare nulla lungo la strada. Nonostante la suddivisione sempre più "settoriale" della storia, con precisi blocchi narrativi che a volte vengono "messi in pausa" per uno o più episodi (per esempio, in questo non compaiono personaggi come l'Enigmista o il Pinguino), nel computo generale la narrazione va sempre avanti in modo armonico, e ogni personaggio si evolve nel tempo con il suo status quo che non rimane mai fisso. Oltre ad avere quindi una storia dalle grandi potenzialità, c'é finalmente ordine nel modo in cui questa ci viene narrata, e il tutto si traduce in uno spettacolo gradevole e a tratti persino entusiasmante, grazie ad atmosfere suggestive che ricordano sempre più spesso le ambientazioni dei comics del Cavaliere Oscuro. Il tutto senza dimenticare l'elemento splatter, che anche in A Dark Knight: One of My Three Soups non manca di apparire, al momento giusto.

L'episodio è inoltre diretto da Ben McKenzie, interprete del personaggio di Gordon, nelle vesti di regista per la seconda volta in questo show. Se nel primo caso si è trattato di un esordio dimenticabile, in questa occasione l'ex Ryan di The O.C. fa un buon lavoro, con una regia puntuale, dinamica e priva di sbavature. Nel dettaglio, la sequenza d'apertura, nella quale va in scena l'evasione da Arkham, è davvero ben confezionata.

Continua a leggere su BadTaste