Gotham 4x09, "A Dark Knight: Let Them Eat Pie", la recensione

La nostra recensione del nono episodio della quarta stagione di Gotham, intitolata "A Dark Knight: Let Them Eat Pie"

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Il Professor Pyg è scatenato: il folle criminale, che sta mettendo sempre più in difficoltà il GCPD, porta la sua sfida a un livello successivo e molto più efferato, non prendendo più di mira i poliziotti corrotti della città.

Da queste premesse va in scena il tanto atteso, e forse decisivo, tra James Gordon, da pochissimo promosso al grado di Capitano, e uno dei criminali più assurdi e pericolosi mai apparsi a Gotham.

Intanto, Sofia Falcone organizza un ricevimento volto a inaugurare il nuovo orfanotrofio e Oswald Cobblepot sviluppa un rapporto sempre più stretto con il suo piccolo complice, Martin. Infine, Alfred prova ad allontanare Bruce dalle sue nuove e potenzialmente nocive amicizie.

Il terzo round contro il Professor Pyg si traduce in uno degli episodi più assurdi di sempre, per Gotham, con una storia che va piacevolmente e inaspettatamente alla deriva verso toni sempre più grotteschi e persino gore. Partiamo dalla fine: il banchetto messo in scena dal villain, a base di carne umana, è uno dei momenti che mai ci saremmo aspettati di vedere in uno show dedicato a un pubblico generalista e sostanzialmente di tutte le età. Il cacciavite/coltello che va a infilzare dapprima una mano e poi perpendicolarmente persino un cranio umano è "roba forte", indubbiamente, ma apprezzabile.

E solo pochi secondi prima avevamo assistito a un grottesco siparietto à la Tim Burton, con Pyg intento a cantare e ballare davanti agli sconvolti astanti. Il riferimento a Burton non è per nulla casuale: sin dallo scorso episodio avevamo capito che per la caratterizzazione del villain era stato preso come esempio un film cult come Beetlejuice - Spiritello porcello (1988) a cui in questo capitolo si aggiunge anche Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), vista la presenza di un elemento narrativo piuttosto singolare come il pasticcio di carne umana.

Tenendo presente che la versione televisiva di Pyg è davvero canonica a quella originale dei fumetti di Batman, partorita dalla mente visionaria di Grant Morrison, siamo rimasti piacevolmente colpiti dalle scelte sicuramente coraggiose fatte dagli autori in questo trittico di episodi di Gotham. Ci auguriamo che si continui con questo taglio narrativo, che magari farà storcere il naso a molti, ma che è di certo qualcosa di originale e interessante da guardare.

Anche la storyline di Bruce Wayne, finalmente divenuto un vero adolescente incazzato, anziché il bamboccio proto-psicopatico della scorsa stagione, non dispiace: il personaggio ha finalmente trovato una caratterizzazione coerente che permette allo spettatore di entrare in sintonia con lui, o perlomeno di non odiarlo.

Infine, il grande riferimento ai fumetti DC Comics andato in scena in questo episodio - e anche in quello di due settimane fa, ma abbiamo scelto di ignorarlo per evitare spoiler nei confronti dei lettori dei fumetti della casa editrice di Burbank - è legato al personaggio di Thomas "Tommy" Elliot: creato da Jeph Loeb e Jim Lee sulle pagine di Batman #609 (2002), Tommy è il miglior amico d'infanzia di Bruce Wayne, che da adulto si trasformerà in uno dei nemici più machiavellici di Batman: Hush.

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