Gotham 4x04, "A Dark Knight: The Demon's Head", la recensione

La nostra recensione del quarto episodio della quarta stagione di Gotham, intitolata "A Dark Knight: The Demon's Head"

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Ra's al Ghul si mette personalmente sulle tracce dell'antica daga che sembra in qualche modo essere la fonte del suo potere, acquistata precedentemente da Bruce Wayne nel corso di un'asta. La discesa in campo della "Testa del Demone" porta scompiglio e morte a Gotham. La reazione dello stesso Wayne, e del prodigo Gordon che corre presto in suo aiuto, è rapida e decisa, ma forse non abbastanza per fermare in tempo la furia del criminale immortale.

Nel frattempo, il Pinguino deve gestire una duplice grana: da un lato, infatti, l'arrivo di Sofia Falcone in città potrebbe riaccendere pericolosi focolai di rivolta nel sottobosco criminale gothamita, e, dall'altro, c'è da fare i conti con il desiderio di vendetta dell'Enigmista, fuggito dalla sua prigione di ghiaccio anche se non più in possesso delle sue piene facoltà mentali.

Dopo un trittico di episodi oggettivamente stentato, con il quarto della sua nuova stagione Gotham trova la giusta spinta propulsiva, che si traduce in un capitolo della storia che ritorna su canoni narrativi più classici e procedurali, ma anche in un'atmosfera più adulta e dinamica, con toni più accentuati, in termini di violenza e persino horror.

Per quanto questa versione di Ra's al Ghul, uno dei villain più pericolosi e carismatici di Batman, sia talvolta eccessivamente teatrale - tanto da risultare quasi caricaturale - le azioni del criminale vanno a costituire l'ideale miccia capace di far "esplodere" la narrazione, con la daga che ha la funzione del più classico dei MacGuffin: l'omicidio di cui la "Testa del Demone" si macchia all'inizio dell'episodio va a gettare le basi per un'avventura originale e dal ritmo sostenuto, arricchita da elementi grotteschi - vedi il "segugio" Anubis - che ben si confanno a questo tipo di storia, e che permette a ogni giocatore coinvolto di trovare il suo posto in un'ideale e rocambolesca partita a scacchi, il cui esito finale è tutto fuorché prevedibile. La soluzione narrativa più apprezzabile, a ogni modo, è quella di accantonare il politicamente corretto, versando - letteralmente - sangue vergine in favore di trovate dal sapore meno buonista e di una storia in cui i buoni non vincono necessariamente. Il tutto, va detto, è molto fedele al canone delle storie più iconiche del Cavaliere Oscuro.

Molto valida si dimostra anche la sotto-trama con il Pinguino protagonista: anche qui, si opta per strade più impervie e originali, che culminano a un confronto finale tra Oswald Cobblepot ed Edward Nigma davvero intrigante.

Il costruire l'episodio con una narrazione più incanalata su pattern di tipo procedurale - con un omicidio, le conseguenti indagini, e la risoluzione finale - è come già detto una soluzione semplicissima, ma che alla fine porta a casa un risultato vincente: a volte le soluzioni più elementari risultano essere le più funzionali.

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