Gotham 4x02, "A Dark Knight: The Fear Reaper", la recensione

La nostra recensione del secondo episodio della quarta stagione di Gotham, intitolata "A Dark Knight: The Fear Reaper"

Condividi
Gotham è sempre più vicina a un potenziale punto di non ritorno: la città è infatti in mano al Pinguino, il nuovo boss che è riuscito ad assoggettare al suo volere non solo la quasi totalità del sottobosco criminale, ma anche le forze politiche e dell'ordine. La vita dei pochi che ancora credono in un ideale di giustizia e libertà, o che semplicemente non vogliono piegare il capo di fronte a Oswald Cobblepot, sono costantemente a rischio.

Lo sa scoprendo molto bene Bruce Wayne, desideroso di darsi da fare in prima persona come difensore degli innocenti: il giovane rampollo, infatti, è sempre più avvezzo a indossare maschera e costume - per il mantello c'é ancora tempo - e gettarsi nella mischia. Purtroppo però la sua grande passione non è accompagnata da eguale addestramento, tanto che l'orfano viene arrestato al posto dei criminali a cui dava la caccia.

Nel frattempo, James Gordon indaga su una nuova pista che lo porterà faccia a faccia con il nuovo Spaventapasseri: Jonathan Crane ha infatti raccolto il testimone del defunto padre ed è più intenzionato che mai a farsi vendetta da sé.

In tutto questo, Barbara Kean fa il suo ritorno, e cerca un'alleanza sulla carta improbabile con Tabitha e Selina, al fine di approfittare di una situazione generale di grande instabilità.

A Dark Knight: The Fear Reaper è un capitolo molto denso e un po' confuso della nuova annata dello show. La nascita del nuovo Spaventapasseri, difatti, è solo la punta dell'iceberg di ciò che avviene nel secondo episodio della quarta stagione di Gotham. Nel corso della narrazione, infatti, sono proposte una serie importante di sotto-trame, che portano a un sostanziale cambiamento dello status quo di diversi personaggi.

Quasi sicuramente la tanta carne messa al fuoco non produrrà solo fumo: sarà interessante, quindi, scoprire cosa accadrà nel prossimo futuro ai personaggi coinvolti in una trama di sempre più ampio respiro. La sensazione è quella che gli sceneggiatori e produttori della serie TV stiano progressivamente cercando di operare un ingente rinnovamento in termini di caratterizzazione dei personaggi, in una storia che troppe volte nel recente passato si è arzigogolata su se stessa, ristagnando in un pericoloso immobilismo. Tutto questo è certamente apprezzabile, al di là del risultato finale.

Di contro, l'episodio in questione diviene una sorta di lungo prologo, infarcito di tanti incipit che si dispiegheranno nel corso della nuova stagione. Il risultato è quello di uno spettacolo la cui narrazione è frammentata e soffocante. Il che è un peccato, perché questa soluzione va a danneggiare sensibilmente il filone principale, che vede Gordon dare la caccia al nuovo Spaventapasseri: è infatti in questa sequenza che l'episodio offre il meglio, proponendoci una storia gradevole, in cui le atmosfere horror producono un piacevole effetto. La genesi e la prima "fatica" del nuovo supervillain, infatti, non dispiacciono assolutamente, e vanno a ricordare ai fan più puri una storia come quella della graphic novel Batman: Arkham Asylum - Una folle dimora in un folle mondo, firmata da Grant Morrison e Dave McKean, in cui il manicomio criminale della città sprofonda nel caos e l'eroe protagonista deve avventurarsi da solo in un viaggio folle e allucinante per riportare tutto alla normalità. Sarebbe stato positivo approfondire ulteriormente questa sotto-trama, anche solo con un minutaggio un po' meno esiguo.

Nell'episodio ritorna anche un elemento oramai più che canonico della mitologia di Batman, anche grazie al lavoro fatto da Christopher Nolan nella sua Trilogia del Cavaliere Oscuro: Lucius Fox, infatti, si interessa alle più recenti disavventure di Bruce Wayne, che vengono giustificate anche qui con un improvviso amore per il rock climbing. Tale espediente - artificioso e pretestuoso, vero, ma anche piacevole - porterà a un necessario upgrade nell'attrezzatura del "proto-Batman".

In A Dark Knight: The Fear Reaper abbiamo dunque visto diversi elementi positivi o potenzialmente tali, soffocati però da un'eccessiva tendenza a trasformare questo show in una moderna soap-opera, nella quale i dialoghi tra personaggi - talvolta veri e propri "spiegoni" - rallentano ancora troppo il dinamismo di una storia che deve necessariamente velocizzare i suoi tempi.

Continua a leggere su BadTaste