Gotham 3x14, "The Gentle Art of Making Enemies" (winter finale): la recensione
La nostra recensione del winter finale della terza stagione di Gotham, intitolato "The Gentle Art of Making Enemies"
Questa significativa sequenza ha confermato in maniera inequivocabile che quella alla base di Gotham è una rivisitazione della mitologia del Cavaliere Oscuro e non l'originale, un adattamento in cui pare essere la versione embrionale del Joker a far nascere l'Uomo Pipistrello e non viceversa, come accade invece nei fumetti. Proprio il confronto tra i due sembra infatti aver instillato nella mente di Bruce Wayne (David Mazouz) l'idea del vigilantismo, un concetto ben espresso dal dialogo finale che il rampollo Wayne ha avuto con Alfred (Sean Pertwee), in cui è stata inoltre enunciata la prima e più famosa regola etica del Crociato Incappucciato, ovvero non uccidere. Nonostante questo, l'ipotesi di assistere nel breve periodo alla trasformazione del ragazzo in Batman continua ad apparire alquanto improbabile, anche solo per l'aspetto fisico di Mazouz, ancora troppo giovane e minuto per vestire i panni del leggendario supereroe.
Si è poi finalmente conclusa con l'apparente dipartita di Pinguino (Robin Lord Taylor) la faida tra quest'ultimo e Nygma (Cory Michael Smith), finalmente pronto a indossare bombetta e completo verde e a trasformare la città di Gotham in un rompicapo mortale. Partita nel migliore dei modi, la sottotrama che ha visto protagonisti i due è stata senza ombra di dubbio la parte più deludente di questa prima metà di stagione, con trovate al limite dell'assurdo e colpi di scena privi di qualsivoglia carica emotiva. Sarà interessante vedere come gli autori si giocheranno il ritorno di Cobblepot, sperando di non vederlo tornare come tirapiedi di Fish Mooney, una scelta che resetterebbe tutto il lavoro svolto in questi anni per trasformare il personaggio in una delle figure più iconiche dello show.