Gotham 2x09, "A Bitter Pill to Swallow": la recensione

Ecco la nostra recensione del nono episodio della seconda stagione di Gotham

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Spoiler Alert
Anche in un episodio di transizione come questo siamo di fronte a qualcosa di ben riuscito, e la seconda stagione di Gotham non fa altro che sorprenderci in meglio. L'episodio si intitola "A Bitter Pill to Swallow", ed è carico di tensione e risolutivo sotto molti punti di vista. Anche le cose rimaste in sospeso negli scorsi episodi trovano in fretta il tempo per amalgamarsi alla narrazione in maniera coerente.

Si parte con Tabitha, che dopo essere rimasta ferita nella sparatoria in chiesa, raggiunge un agenzia di killer con lo scopo di mandare qualcuno ad uccidere Jim Gordon e vendicarsi così definitivamente, a partire dalla ferita sul suo braccio. Gordon insieme a Barnes e a qualche altro ufficiale della polizia cerca di trovare nella residenza di Galavan qualche prova in più, necessaria alla sua carcerazione definitiva. Il primo che prova a uccidere Gordon è l'uomo che gli offre delle caramelle nell'ascensore: purtroppo il risultato per quest'ultimo è negativo, Gordon sembra più agguerrito che mai. Infatti nel momento in cui capisce la grandezza della taglia sulla sua testa oltre alle prove da trovare deve anche occuparsi della sua incolumità e del suo rapporto con Lee, venutosi a modificare dopo gli eventi dello scorso episodio a causa di Barbara. Ma a quanto pare, oltre ai nervi tesi Jim, sembra cavarsela bene, anche grazie alla supervisione del capitano Barnes, che gli ricorda sempre la buona condotta: "non c'è confine, solo la legge". Dopo aver fatto fuori il primo bersaglio, l'agenzia, determinata a soddisfare la richiesta di Tabitha manda altri scagnozzi, anch'essi però fatti fuori in poco tempo. In quest'ultima sparatoria, però, Barnes viene ferito ad una gamba da uno dei killer, il quale con un coltello riesce a lacerargli un'arteria. A quanto pare per fermare l'ira di Gordon non basta neanche questo.

L'ultima chiamata che viene fatta dalla capa misteriosa di quest'agenzia, con lo scopo di uccidere Gordon dopo i due tentativi falliti, è ad Eduardo Flamingo, l'Hannibal della DC Comics. Sempre con la risposta pronta, Gordon convince un Barnes ferito a farsi mandare a combattere Flamingo, oramai arrivato sotto il luogo di battaglia. Nonostante i pochi rinforzi e una sola pistola a sua disposizione Gordon, oramai in preda a un'ira incontrollabile, batterà in pochi colpi Flamingo e la sua catena. Una scena a suon di cazzotti ce lo conferma, una scena più che essenziale capace di far trapelare la sua stanchezza nei confronti di un sistema oramai corrotto. Oltre ai vari isterismi, la buona fede e la buona condotta, ritornano sempre in tempo dal caro Jim Gordon e infatti sembra esserne anche convinta Lee a fine episodio. Dopo l'arresto di Flamingo, quest'ultimo riesce comunque a segnare il suo colpo da cannibale: prima di essere portato in detenzione mozzica il collo di Parks, un agente che aveva prestato servizio insieme a Gordon durante la giornata. Una buona risposta in termini di sceneggiatura che va in contrasto con la buona scelta di Gordon nel non aver ucciso Flamingo. Quindi ecco qui che esce fuori il senso di colpa nel non averlo ucciso.

Nel frattempo l'altra bella prova di questa stagione la stanno facendo Nigma e Pinguino. Quest'ultimo inizialmente rammaricato e desolato della perdità del suo impero, ma soprattutto della morte di sua madre, si lascia guidare da Nigma verso una nuova consapevolezza, che apparentemente nei primi minuti dell'episodio sembrava rifiutare. La cosa buffa è che inizialmente il destino aveva portato a credere a Nigma che il miglior guru verso una vita in preda alla follia potesse essere proprio Pinguino. Nel corso dell'episodio ci rendiamo conto che avviene il contrario, infatti sarà proprio Pinguino che si lascerà condurre e convincere dai bei discorsi di Nigma.

Tutto questo viene contornato da un ambiente tetro, che dà sul verdognolo, con il solito sfondo in stile fumettistico che non distruba, anzi. C'è qualche indovinello che rimanda ai ricordi e ai propri fallimenti. Nigma dice: "bisogna vivere senza vincoli, per quelli come noi l'amore è un punto debole, un uomo deve rispondere solo a se stesso". E come si lascia convincere Pinguino da queste parole di conforto, queste parole al di fuori del buon senso. Ma in fondo è del duo dinamico dei villain per eccellenza, che a fine episodio sembra portare la serie a un livello ancora più superiore.

Dall'altra parte, in periferia, poco distante da Gotham, c'è Bruce Wayne, che ancora sconvolto di non esser riuscito a leggere quel nome nella busta chiama Silver St. Cloud per cercare di estrapolare qualche informazione in più. In poche parole Alfred, sveglio più che mai, anticipa ogni sua mossa e cerca in tutti i modi di far capire al ragazzo prodigio che seguire la pista contro Galavan sarebbe troppo pericoloso. E a rinfrescargli la memoria torna Selina, questa volta con qualche prova in più che possa smascherare definitivamente l'ingenuità e la maschera di St. Cloud, sua acerrima nemica in fatto sentimentale.

Le carte in tavola sono tante, così come gli interessanti risvolti narrativi, a partire da Gordon, personaggio nella prima stagione ripetitivo e scontato. Quest'anno episodio dopo episodio, vediamo i suoi tratti caratteriali e quindi anche quelli psicologici più simili e degni del suo nome. L'attesa per il proseguio di questa stagione è tanta e ora che i "fratelli" di Galavan vestiti con i loro cappucci da monaci arrivano in città, la carne sul fuoco è ancora più succosa.

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