Gotham 2x05, "Scarification": la recensione
Ecco la nostra recensione del quinto episodio della seconda stagione di Gotham, "Scarification"
Eravamo rimasti al fatto che Theo Galavan, oramai sempre più a suo agio nel ruolo da doppiogiochista, si volesse candidare a sindaco della città. Per farlo sta cercando di accaparrarsi più amici possibili, che in realtà amici non sono. A partire da Gordon, al quale chiede di supportarlo nella sua carriera politica, fino ad arrivare a Pinguino. Quest'ultimo viene tenuto alle strette da Galavan a causa del rapimento di sua madre, un metodo infallibile per poterlo manovrare come un burattino. Ma la pazienza di Pinguino sembra essere giunta al termine, infatti con l'aiuto del sempre più fedele Butch cercherà di capire cosa si cela dietro la missione di Theo Galavan e del suo voler dominare Gotham. Avevamo già capito che l'intenzione di Theo fosse quella di scoprire ogni cosa sui Wayne per poterli distruggere, ma è in questo episodio che finalmente viene svelato il motivo di tutto questo astio.
A raccontare il tutto c'è Edwige, definita da Butch come una grande esperta di storie antiche, un buon aiuto per conoscere la storia dietro al pugnale e del perché Theo lo volesse a tutti i costi. La storia narra che molti anni addietro vi fossero cinque famiglie reali (Wayne, Elliot, Dumas, Kane e Crowne) che governavano Gotham. La famiglia più potente tra tutte era quella dei Waine. Ad un tratto però qualcosa andò storto, infatti questi ultimi vennero a conoscenza di un tradimento da parte di Celestine, la figlia di Bruce Wayne, con Caleb Dumas. Celestine era però promessa alla famiglia degli Elliot. La ragazza in sua difesa comunicò a suo padre di essere stata forzata, per non dire violentata da Caleb, una menzogna detta pur di uscirne illesa. Ovviamente tutti le credettero. Infuriati da questo evento la famiglia Wayne si vendicò tagliando una mano a Caleb, con il pugnale, e lo fece poi mandare in esilio. A quel punto bruciarono ogni via ed edificio che appartenesse al nome della sua famiglia da Gotham. Da quel momento in poi i Dumas sparirono e con il tempo cambiarono il loro nome in Galavan.
È bello rimanere sorpresi dal modo in cui attraverso la sceneggiatura una cosa scontata si riveli interessanteTra i nuovi protagonisti, oltre ai due fratelli, a spiccare è Bridgit, una ragazza fragile che subisce angherie dei due burberi fratelli facendo loro da schiava. Diventerà rilevante nel momento in cui Gordon, insieme all'aiuto del nuovo capo di polizia e dei ragazzi appena arruolati, deciderà di fare breccia al The Market, un capannone enorme dove i grandi cattivi fanno rifornimento di armeria pesante. È proprio nel momento dell'assalto da parte della polizia che i fratelli Pike, insieme a un loro aiutante, un giovane ragazzo piccolo e capace di intrufolarsi in ogni dove, vengono attaccati. E a perderci la pelle è proprio il giovane che verrà sostituito, a causa del corpo gracilino, da Bridgit. Inizialmente impaurita e costretta dai suoi fratelli, Bridgit finirà poi per godersi la sua nuova impresa da piromane. Non possiamo fare a meno di identificarla come l'annunciato restyle al femminile di Firefly, un espediente molto interessante. Durante l'episodio ha anche modo di scambiare qualche chiacchiera acuta insieme a Selina, una sua vecchia conoscente, che sin dall'inizio sembra aver visto in lei una sorta di tenerezza. Bridgit testerà i suoi limiti in maniera impressionante, il tutto nel giro di pochi minuti dalla sua presentazione al pubblico, mostrando la sua determinazione nel voler contare qualcosa dopo anni di silenzio. Si costruirà una tuta, userà un lanciafiamme e ucciderà "incidentalmente" anche Garret, uno dei nuovi ragazzi appena entrati nella polizia.
Si irrobustisce la parte degli eroi e si intensificano i tratti dei villainQuello che invece conta poco nell'episodio è vedere Nygma nelle parti del buon innamorato in una cena a quattro con Gordon e la sua compagna. Irrilevante la macchietta dietro al personaggio di Thabita che appare per il momento decisamente forzata nella parte. Chi riesce a coinvolgere con il suo carisma è Selina, la quale faceva fatica a convincere nella prima stagione, mentre ora sembra spiccare grazie ai suoi tratti caratteristici decisamente più delineati. Infine Pinguino, oramai completamente fuori di testa a causa del rapimento di sua madre, trova finalmente il modo di usare alla perfezione Butch, il quale si dovrà infiltrare da Theo Galavan e scoprire quante più informazioni possibili, e soprattutto cercare di liberare sua madre. Tutto questo senza una mano e con qualche litro di scotch nella pancia, il modo migliore per far credere a Galavan di voler realmente tradire Pinguino. Un'idea particolarmente geniale.
Nel finale vediamo cedere completamente Gordon dopo la morte di Garret, il quale chiederà supporto a Galavan per ripulire la città in cambio del sostegno politico. Mai fidarsi di un politico: l'istinto di Gordon a inizio puntata era corretto. In più conosciamo Padre Creel, forse la mente dietro alla vendetta della famiglia dei Dumas, che proclama abbracciando Theo: "Il giorno della ribellione è vicino, Bruce Wayne morirà".
Noi siamo sempre più soddisfatti della serie. Avere a disposizione quaranta minuti e 22 episodi a volte può far prolungare situazioni che al cinema sarebbero state eliminate. Colpisce tuttavia la coerenza con cui quest'anno vengono affrontate le varie linee dei personaggi. Si irrobustisce la parte degli eroi e si intensificano i tratti dei villain, ora più che mai pronti alla resurrezione.