Gotham 2x02 "Knock Knock": la recensione

Ecco la nostra recensione al secondo episodio della seconda stagione di Gotham chiamato: "Knock knock"

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Il sipario si alza definitivamente per i Maniax.

Gotham torna con un ricco episodio dopo la coinvolgente season première della scorsa settimana, dove abbiamo visto dividersi dignitosamente i ruoli degli eroi e dei villain. Questi ultimi, capitanati da Theo Galavan, seminano il panico per la città dopo essere stati liberati dal carcere di Arkham da Thabita, la quale sembra aver legato particolarmente con Barbara Kean.

Ma questo è finalmente il momento in cui si da tutta l'attenzione a Jerome, che dimostra più volte di essere il capo dei Maniax, contrastando anche i suoi compagni prevaricandoli grazie al suo carattere da strambo pazzoide. Cameron Monaghan interpreta in maniera soddisfacente il giovane Joker, risultando a tratti eccessivo ma comunque inquietante, l'aggettivo giusto che determina una buona performance per uno dei ruoli più complessi e ambiti. Stiamo ovviamente parlando di un giovane villain, alle prime armi, ma già ben avviato sulla via del successo come nome noto del crimine.

Gotham torna con un ricco episodio dopo la coinvolgente season première della scorsa settimana

I mostri attaccano, ma c'è sempre Jim Gordon che in ogni modo cerca imperterrito di contrastarli grazie anche all'aiuto e al supporto di Sarah Essen, il capo ufficiale di polizia, che si dimostra puntata dopo puntata sempre più orgogliosa di Gordon. Ed è proprio questa forzatura a farci prevedere immediatamente come andrà a finire la vicenda in questo episodio. Dopo una chiamata, la seconda nel giro di due puntate, tra Barbara Kean e Jim Gordon, quest'ultimo viene distratto e richiamato alla sua attenzione. Jim, costretto quindi a seguirla al di fuori del distretto, finirà poi per essere ingannato e circuito da lei e Aaron, il quale lo pesterà anche a sangue in un vicolo stretto e claustrofobico, che racchiude nella disperazione un situazione ai limiti del civile.

Quale momento migliore per i Maniax per intervenire e fare irruzione nel distretto in mancanza dell'unico vero personaggio in grado di fermare l'assalto?

È tempo di fare un'entrata grandiosa, e a quanto pare Jerome e il piccolo team di folli attaccando a più non possono ogni ufficiale di polizia, sovrastano senza troppa difficoltà mettendo sottosopra l'intero edificio della polizia. In teoria il distretto su cui tutta la città dovrebbe fare affidamento. Sarah Essen viene rapita, legata e successivamente torturata da Jerome, il quale finirà poi per lasciarla in fin di vita, giusto il tempo per le ultime dolci parole al giovane commissario Jim Gordon, che resterà non poco sconvolto nel vederla morire. Scena particolarmente riuscita, grazie ai toni duri e aspri che oramai questa stagione sembra aver preso.

Nel bene o nel male siamo in un contesto schizofrenico, altamente squilibrato. Quell'ambiente e quelle situazioni che si richiedevano nella prima stagione ma che non potevano ancora palesarsi a causa della mancanza di alcuni personaggi chiave. Toni freddi che si contrappongono a toni caldi in interni come quello di Villa Wayne, un contrasto che dà quel particolare in più a una serie che a volte forse cade nel ridondante, a causa dei troppi episodi, ma che comunque si distingue per uno stile rimandabile prettamente a quello fumettistico.

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Poco distante dal caso metropolitano, Bruce Wayne e Alfred, dopo l'ennesima discussione, si trovano realmente ad affrontare (speriamo per l'ultima volta) quello che sembra essere una promessa di unione e fratellanza. Alfred non ha la capacità per sostituire il padre di Bruce, più che altro non gli viene permesso. Ma a quanto pare un'alleanza è quello che fa il caso loro, affiancata dall'ingresso di un nuovo personaggio.

Stiamo parlando di Lucius Fox, fino ad ora solo accennato, che sotto richiesta minacciosa di Alfred si unisce al team. Un nostalgico e sincero Lucius che racconta con un immotivata tristezza il bene che voleva a Thomas Wayne, un uomo che avrebbe voluto aiutare di più e a cui voleva molto bene. Molto incoraggiante a livello narrativo il modo con cui lo vediamo entrare a far parte finalmente delle loro vite, soprattutto ben contrastato con gli eventi che accadono al centro di Gotham. La malinconia e il divampare del fuoco da una parte e la resurrezione dall'altra fanno un bel miscuglio di ingredienti.

Quello che ancora non torna è il ruolo di Nygma completamente dissociato in versione Gollum/Smeagol, il quale sembra puntare tutto sulle attenzioni da parte della signorina Kringle. Speriamo di ricevere maggiori informazioni a riguardo nelle prossime puntate.

A completare il cerchio della parola team, dopo questo episodio improntato sull'emotività dei personaggi positivi, è sicuramente il rientro in polizia di Harvey Bullock, il caro fidato compare di Jim. Harvey, dopo essersi apparentemente riappropriato della sua vita senza la pistola con la sua fidanzata, torna senza pochi fronzoli in polizia ad aiutare Gordon nell'impresa, questa volta più ardua, di ristabilire un minimo di sanità in una città nel baratro più totale.

A detta di Jerome dobbiamo tenerci forte perché ancora non abbiamo visto niente. Speriamo sia vero, anche se per il momento ci possiamo accontentare.

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