Gotham 1x14 "The Fearsome Dr. Crane": la recensione

La recensione del quattordicesimo episodio di Gotham, stavolta il riferimento è allo Spaventapasseri

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Penguin, an origin story. Questo e poco altro abbiamo visto nei primi quattordici episodi di Gotham e, arrivati a questo punto, viene da chiedersi sinceramente cosa si inventerà la serie una volta che i riferimenti ai personaggi storici – malamente sprecati nello show – saranno del tutto esauriti e toccherà darsi da fare per costruire una vera storia. O almeno per inventare dei titoli che non contengano al loro interno il nome della nuova guest pronta ad apparire e scomparire nel nulla. Come si capisce bene, The Fearsome Doctor Crane non è un buon episodio. I difetti sono i soliti: non c'è un briciolo di tensione o di interesse in ciò che accade, la mitologia interna si sgretola e i riferimenti scivolano via dopo aver appena solleticato il nostro interesse, lasciando spazio al solito case-of-the-week e a caratterizzazioni che durano il battito di ciglia di un episodio.

Prendiamo lo Spaventapasseri dell'episodio. Che in realtà non è proprio lui, ma suo padre, uno psicopatico che rapisce le persone per metterle di fronte alle loro peggiori fobie. Non c'è nulla di diverso rispetto al solito svolgimento di trama verticale. Come con Electrocutioner, tutto si completerà probabilmente la prossima settimana, con il figlio Jonathan pronto a tramare vendetta e, la scommessa è aperta, pronto a scomparire nel nulla negli episodi successivi. Intanto però il riferimento è stato lanciato, è stato sfruttato e un altro episodio è stato portato a casa. In tutto questo il nucleo della serie, qualunque esso sia, ne soffre e ne esce ridimensionato: come con Ivy, come con Harvey Dent, come con Barbara.

A proposito, si tratta di una singola battuta che nell'economia della serie, e dell'episodio, non conta niente, ma è emblematica: ma perché Gordon nel tornare a casa ad un certo punto si aspetta di vedere Barbara? E per quale motivo al mondo Barbara esiste ancora in questo universo quando la controparte più riuscita – la garbata e bellissima dottoressa Thompkins – è stata inserita ad hoc per sostituire un personaggio scritto in modo così orrido? Ovviamente considerando nella risposta che i vincoli al materiale originale non contano niente qui. Sono zavorre di scrittura come queste che penalizzano moltissimo una serie che nei suoi momenti migliori – quando abbandona pretese di serietà che non le appartengono e che non è in grado di gestire – tira fuori anche dei momenti divertenti.

Niente da dire ad esempio sul confronto tra Oswald e Maroni in questa puntata. Questa strana parodia dei Soprano e del mondo gangster in generale, in cui il boss scopre il tradimento di uno dei suoi e lo porta in un luogo appartato dove inizia a giocare al gatto e al topo con lui. C'è uno scambio anche divertente sui segreti e il tutto si risolve in un modo così sconclusionato ed illogico che non può non far sorridere. Oswald è un po' il Benjamin Linus della situazione: non dice mai la verità, prende legnate da tutto e da tutti, ma è sempre lì in gioco. E, tracciando un bilancio complessivo della storyline di Nygma, si può dire che anche in questo caso la serie sta facendo un discreto lavoro: Cory Michael Smith riesce a gestire bene questo personaggio indubbiamente malato, ma con il quale è anche possibile stabilire una certa empatia.

Sul podio dei momenti più improbabili dell'episodio, medaglia di bronzo per il braccio di un cadavere portato a spasso per il commissariato con conseguente "Tell me that's not what it looks like"; al secondo posto Selina che apparentemente si getta nel vuoto dall'appartamento di Gordon; vincitrice assoluta la scena finale della puntata, che sembra trapiantata di peso da un'altra serie.

Continua a leggere su BadTaste