Gotham 1x12 "What the Little Bird Told Him": la recensione

Ritorna dopo la breve pausa Gotham, ed è come se fosse la seconda parte di una nuova première

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Spoiler Alert
Nonostante la settimana di pausa, What the Little Bird Told Him può essere considerato come un'ideale seconda parte nella première della midseason di Gotham. Riprende situazioni e tensioni scatenate da Rogue's Gallery, ne condivide le assenze eccellenti nel cast, e porta tutto a nuove conclusioni che aprono scenari inediti per la serie. Da un lato vengono riassorbite tutte le modifiche alla trama generale, riportando la serie ad un nuovo ordine, dall'altro la trama orizzontale subisce una forte scossa, con l'aperta esplosione delle ostilità tra Falcone e Fish e la rapida conclusione di queste. Tutto ritorna com'era prima, eppure – e questo è il bel risultato che l'episodio riesce a raggiungere – niente sarà mai più come prima.

Lo scontro tra i vertici della criminalità di Gotham è il nodo centrale della puntata, e in prospettiva è anche l'unico elemento veramente sviluppato finora dalla serie di Bruno Heller. Se tra i clan di Falcone e Maroni la quiete prima della tempesta viene lievemente smossa – ma finora senza conseguenze – dalla scoperta del doppiogioco condotto da Oswald, finalmente Fish attua la trappola contro il boss. Lo fa servendosi di Liza, come preventivato, ma non nel modo in cui si aspetterebbe. Perché, diciamocelo, dopo tutta questa preparazione è un piano un po' strano e contorto quello del personaggio interpretato da Jada Pinkett Smith: farsi firmare dei documenti per il controllo della famiglia e lasciar andare Falcone e la sua, presunta, protetta. Che poi magari Fish avrebbe anche ucciso Falcone dopo la firma, ma nulla impedisce al boss di presentarsi all'appuntamento armato fino ai denti e vincere con la forza delle armi. Cosa che in effetti avviene.

In ogni caso l'ennesimo voltafaccia, stavolta alla luce del sole, del Pinguino, la caduta di Fish e questo netto avanzare della trama in avanti ripagano delle eventuali sbavature nella storia. Il passo indietro, nel senso che vengono annullate le conseguenze delle ultime puntate, è invece quello della carriera di Gordon, che si riprende in breve tempo il suo posto di detective abbandonando dopo un solo episodio il ruolo di guardia ad Arkham. E la sua promozione passa attraverso la fine dell'altra storyline rimasta aperta la scorsa settimana, quella della fuga di Gruber e Helzinger dal manicomio criminale.

Come era facile aspettarsi, in realtà dietro lo scienziato si nasconde un nome più noto, quello di Lester Buchinsky-Electrocutioner, che, dopo aver fallito un primo attentato contro Maroni, non esiterà a introdursi nel dipartimento di polizia per cercare di raggiungere il suo scopo. Viene fermato proprio da Gordon, che con relativa semplicità atterra il suo compare, e poi lo neutralizza con un semplice bicchier d'acqua. La parentesi si chiude quindi così, con il reintegro di Gordon, i complimenti forzati del commissario Peter Scolari (Gillian B. Loeb), e un po' di delusione per chi sperava di veder allargare le maglie della criminalità oltre la mafia e vedere qualche supercattivo in giro per la città per qualche altro episodio.

Mentre la relazione tra Gordon e la dottoressa Thompkins passa ad un livello successivo, Barbara fa visita ai suoi genitori e vengono lanciati alcuni input (forse sì, forse no) su un maggiore utilizzo di Nygma nei prossimi episodi. Alfred e Bruce sempre assenti, ma non fa niente: meglio non vederli, che inserirli in modo forzato solo per far vedere che esistono.

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