Gotham 1x03 "The Balloonman": la recensione
Il terzo episodio stagionale di Gotham: la serie Fox delude le aspettative
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Innanzitutto c'è un problema di stile, approccio, genere, chiamiamolo come vogliamo. Gotham è una serie contraddittoria e molto indecisa sulla strada da percorrere. I difetti esistono sempre, nessuno pretende la perfezione, ma avere un'idea chiara del progetto che si sta andando a sviluppare è d'obbligo. Per rimanere nel campo dei fumetti, il tanto vituperato Agents of S.H.I.E.L.D., pur nelle sue mancanze, ha un'idea chiara di ciò che vuole costruire, e a quell'idea si adegua cercando di confermarsi. Può riuscire o può fallire, ma almeno è un progetto con una sua identità. Gotham, invece, oppone ad una cornice nera, sporca e seriosa un contenuto banale quando non apertamente ridicolo, non necessariamente perché eseguito male, ma perché volutamente camp. E fallisce.
Più che dalla corruzione, come viene ripetuto per l'ennesima volta ancora e ancora, Gotham è attanagliata dalla morsa dei suoi autori, che non le permettono di diventare la bella serie che avrebbe potuto essere. I personaggi poi sono troppo statici: dopo il prologo Bruce non è mai uscito dal salone di casa sua, Barbara rimane intrappolata nell'appartamento di Jim, Fish non esiste al di fuori del suo locale. E ogni momento legato a questi caratteri sembra essere l'ennesimo superfluo reminder che ripete stancamente gli stessi concetti ancora e ancora. Oswald Cobblepot è uno spasso: un personaggio che uccide un cuoco solo per rubargli le scarpe e venire assunto in un ristorante al suo posto deve esserlo per forza.