Gotham 1x01 "Pilot": la recensione

Arriva finalmente il pilot di Gotham, l'attesa serie sulle origini del mondo di Batman

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Batman: Anno zero. L'ingombrante sagoma del cavaliere oscuro si proietta in un passato lontano, dove tutta la mitologia che ben conosciamo già esiste in potenza, dove il percorso dei buoni e dei malvagi sembra già scritto e delineato. Queste sono le storie prima della storia, i primi passi malfermi di quelle icone viventi che diventeranno gli abitanti più famigerati di Gotham. Alcuni personaggi ben inquadrati e interpretati e il fascino di una mitologia intramontabile riscattano il pilot dell'attesissima serie Fox da alcune cadute nella scrittura. Nonostante tutto, un debutto da promuovere.

Promesse e premesse coincidono. Una coppia uccisa in un vicolo, un orfano in lacrime, un nuovo detective che prenderà a cuore la vicenda e, in un clima di corruzione diffusa, muoverà i primi passi nel commissariato. L'uccisione dei coniugi Wayne è l'evento scatenante che trasporta i due investigatori Harvey Bullock (Donald Logue) e James Gordon (Ben McKenzie), e noi con loro, alla scoperta degli anfratti più oscuri di una città in preda ad una ondata di violenza e crimine, marcia dalla testa (sindaco, polizia) ai piedi (uno squallido appartamento dove una madre e una figlia vengono maltrattate) passando per la malavita organizzata.

Gotham è un prequel in piena regola. In ogni minuto del pilot la storia prende ossigeno e carisma dalla conoscenza condivisa da autori e spettatori. Una pianta in una appartamento, un gattino a cui dare il latte, un odioso soprannome: il gioco del "chi diventerà chi" corre lungo tutta la durata dell'episodio, più e più volte superando in fascino e interesse ciò che effettivamente sta accadendo nella storia. È in questi momenti che si riaffaccia la domanda che in molti si saranno posti all'annuncio del progetto: a cosa serve una serie sull'universo di Batman senza il suo protagonista? La scrittura del creatore Bruno Heller (Rome, The Mentalist) tenta di rispondere alla questione, riuscendovi solo in parte.

Gotham può avere un senso diventando lo specchio deformato sul passato dei protagonisti, rinunciando al noir e puntando forte sul poliziesco, giocando sulle svolte classiche del genere. Ecco quindi il nuovo e integerrimo Gordon – nonostante tutto Ben McKenzie è palesemente il centro della storia, e tiene bene il ruolo – che arriva a far coppia con il veterano disilluso ("lackadaisical" verrà definito), i supercattivi che scompaiono lasciando il posto ai boss (ritorna Falcone, che i non lettori dei fumetti ricorderanno in Batman Begins), la corruzione diffusa ovunque. Ora, se l'alchimia tra Logue e McKenzie funziona, stride invece tutto questo apparato nel momento in cui si scontra con gli aperti – ed eccessivi – riferimenti ai personaggi più noti.

Ma il problema centrale va precisato meglio. Non sono tanto i molti e ripetuti riferimenti a disturbare, quanto il fatto che la scrittura sente in ogni momento la necessità di rimarcare l'ovvio. Ad esempio, accettata l'introduzione fin da subito di Nygma, è necessario aggiungere la battuta "If I want riddles, I'll read the funny pages"? E non basta chiamare un personaggio Oswalt Cobblepot (Robin Lord Taylor), senza dover precisare il soprannome Pinguino immediatamente dopo? E così via. Questo è il difetto maggiore e più generalizzato del pilot: dialoghi banali e situazioni troppo espositive ed elementari, che nei momenti peggiori danno l'impressione di voler vincere facile con gli ovvi riferimenti, costruendo poco degno di nota.

Poi però la serie presenta un personaggio come Fish Mooney, e tutte le critiche fatte fino a quel momento sembrano meno importanti. Il personaggio di Jada Pinkett Smith semplicemente domina la scena e i suoi momenti, dalla tortura di un sottoposto alle risate per le battute di un comico su un palco (il primo dei molti Joker potenziali che la serie presenterà), sono tra i più memorabili dell'episodio. Tutto questo mentre Selina Kyle (Camren Bicondova) osserva con distacco gli eventi, ancora del tutto silenziosa, e un Alfred (Sean Pertwee) decisamente diverso da tutti quelli più compassati visti finora accompagna il giovane Bruce (David Mazouz) in una nuova fase della sua vita.

Gotham quindi debutta con un pilot denso, forse troppo, che vuole conquistare e incuriosire e che centra l'obiettivo. Un appuntamento da rinnovare anche nelle prossime settimane, se non altro per capire fino a che punto la fortuna della serie potrà essere dovuta ai suoi sviluppatori piuttosto che ad un personaggio che quest'anno ha festeggiato i 75 anni di vita.

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