The Good Nurse, la recensione
Combattuto tra due possibili versioni di sé, The Good Nurse è un film che non trova mai una chiave sensata per raccontare la sua storia
La recensione di The Good Nurse, il film tratto da una storia vera disponibile su Netflix dal 27 ottobre
Chi conosce già la storia di The Good Nurse, cioè il vero fatto di cronaca da cui è tratto il film, sa che in fondo “normale” proprio non è la persona che Redmayne interpreta, anzi è un infermiere che uccise diversi pazienti senza reali motivazioni e rimanendo a lungo nell’ombra. The Good Nurse racconta tutto a partire dall’infermiera (quella sì buona) che si accorse della cosa e lo denunciò. È una storia, in sé, molto poco avvincente né dotata di elementi molto sorprendenti, specialmente rispetto alle altre storie vere che vediamo adattate di solito, che The Good Nurse cerca di animare in maniere così goffe da non crederci lui per primo fino in fondo.
Inutile parlare poi di come in extremis il film si ricordi che potrebbe anche aggiungere tutta una vaga denuncia agli ospedali, i quali avevano modo di capire cosa accadeva ma sceglievano di non guardare semplicemente spostando l’infermiere, come cardinali di fronte a denunce di pedofilia. Troppo abbozzata è l’accusa per poter essere definita tale, troppo lasciata alle urla indignate del bravo poliziotto tutto sguardi d’intesa con il suo partner e schiena dritta.