Gomorra - La serie: la recensione del finale di stagione

Gomorra - La serie termina con un doppio episodio carico di tensione e colpi di scena

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Spoiler Alert
I grigi caseggiati del napoletano si chiudono inesorabilmente attorno ai protagonisti di Gomorra – La serie nell'atteso finale di stagione. Ed è un abbraccio che stringe e stritola, come quello riservato da Gennaro Savastano all'uomo che una volta considerava come un fratello, che mette tutti contro tutti, che lascia ben pochi contendenti in piedi alla fine dello scontro. La serie curata da Stefano Sollima raggiunge il suo climax narrativo e tematico con un doppio episodio carico di tensione e dalle svolte inattese. I cadaveri eccellenti maciullati dalla narrazione tengono alta l'attenzione, fanno passare in secondo piano alcune comprensibili ingenuità di scrittura, e rilanciano l'intero progetto verso una seconda stagione che si prospetta ancora più intensa. Questo è il racconto di come la serie prodotta, tra gli altri, da Sky abbia vinto la propria scommessa.

La triste vicenda umana del personaggio di Daniele, raccontata la scorsa settimana, lascia spazio alla resa dei conti. I contendenti e le fazioni improvvisate sono davvero tante. Prima dello scontro con Conte (Marco Palvetti, che BadTv ha intervistato nelle scorse settimane), che in effetti avrà in questo finale un ruolo minore rispetto a quello che ci aspettavamo, i Savastano devono guardarsi le spalle dai compagni più vicini. Il doppio gioco di Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) viene infine scoperto, ma troppo tardi per non causare una strage su entrambi i fronti. Proprio nel momento in cui Gennaro (Salvatore Esposito) avrebbe dovuto serrare i ranghi in vista dello scontro, un'imperdonabile leggerezza lo porta a ordinare l'uccisione di Zecchinetta, uno dei nomi più importanti della vecchia guardia. Questo apre una frattura insanabile tra i più giovani e i più vecchi del gruppo, che sfocerà in uno scontro aperto che praticamente spazzerà via il clan.

In appena dodici episodi abbiamo visto di tutto e di più. Si può accusare la scrittura di Gomorra di essere stata troppo didascalica e immediata in alcuni passaggi, non ultimo quello che in pochi minuti crea le basi per la frattura interna al clan, ma non di non aver raccontato una storia degna di essere narrata. In un contesto televisivo italiano poco brillante, limitare Gomorra – La serie alle sue comunque importantissime tematiche sociali sarebbe riduttivo. Il malessere sociale, politico ed economico, le contaminazioni criminali in ogni ambito, la corruzione endemica del sistema, questo è il groviglio di temi che scorre nelle vene della storia, ma che si accompagna anche e soprattutto ad uno sforzo produttivo da elogiare. Regia, fotografia, ottime idee di montaggio, la capacità di saper alzare i toni e di osare dove necessario, riuscendo a tracciare un buon confine tra documentarismo e esigenze di narrazione. Il processo di adattamento dal libro al film e poi ancora alla serie tv è stato attento a tenere intatto il nucleo centrale – ovviamente tematico – della storia, ma è anche riuscito a dare un impulso e un'identità propria al progetto. L'idea di realizzare delle puntate tematiche (i rapporti sul territorio, il carcere, le infiltrazioni nella politica, il riciclaggio di denaro) è stata interessante e vincente.

Chiudiamo la visione della stagione (la serie è già stata rinnovata) con la consapevolezza di aver assistito non solo al racconto di un contesto, ma anche delle vite di vari personaggi, che a modo loro ci mancheranno. Dopo l'accostamento con I Soprano che qualcuno ha tirato fuori nelle prime puntate, e i riferimenti – voluti o meno – a Oz nel seguito della storia, Gomorra – La serie chiude in bellezza rifacendosi idealmente a Sons of Anarchy. Niente di confermato ovviamente, solo autosuggestione di chi scrive, ma c'è qualcosa in questo sentimento di fratellanza che si trasforma in odio profondo, nel sentimento di vendetta che passa sopra ogni cosa, e anche nelle dinamiche personali tra Imma (Maria Pia Calzone è stata forse la migliore del cast) e Gennaro, che sembra ricordare lo show di Kurt Sutter.

Gomorra – La serie si chiude con alcune svolte inattese, varie morti eccellenti e qualche colpo di scena, come il ritorno di prepotenza di Pietro (Fortunato Cerlino), svelato in conclusione che apre scenari interessanti per la prossima stagione. Alla fine rimane una scommessa vinta, segno vitale di una serialità italiana che vuole esserci e dire la sua, e che può e deve farlo.

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