Gomorra - La serie 3: la recensione dell'undicesimo e del dodicesimo episodio

La recensione del finale di stagione di Gomorra

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Spoiler Alert
Mentre in altri luoghi si dibatte su un presunto dovuto valore pedagogico di un'opera di finzione (ma perché mai?), Gomorra arriva al finale della terza stagione. Ci arriva con qualche ferita, forse zoppicante, perdendo pezzi per strada, ma più maturo nella capacità di raccontare la serialità prima della contemporaneità. La serie di Sky Atlantic ha perso qualcosa in termini di coerenza interna al suo terzo anno, e questo finale lo confermerà tramite varie forzature. Ma al tempo stesso non si può non apprezzare la maggiore consapevolezza ottenuta da una serie tv mai così desiderosa di andare oltre la sicura trattazione episodica, per costruire archi narrativi da sviluppare nel lungo termine. Questa è una mitologia seriale che, pur con diversissime possibilità rispetto a Vikings (serie con cui ci sentiamo di fare un piccolo accostamento nel modo in cui racconta i personaggi), ha una sua identità marcata.

In uno scenario che presenta una resa dei conti dopo l'altra, le sorprese non sono mai così inaspettate. A partire dal chiaro tradimento di Patrizia nei confronti di Scianel. Nel momento in cui la pace tra i clan è a portata di mano, i confederati devono dare un tributo a Gennaro. A farne le spese è proprio la ex regina di Secondigliano, che muore per mano di Patrizia. Grande personaggio quello interpretato da Cristiana Dell'Anna, meno presente in scena rispetto allo scorso anno, ma capace di scavarsi una nicchia di approfondimento attraverso ogni entrata in scena. Qui si consuma finalmente il compimento della storyline di Marinella. Scianel sostanzialmente inutile come personaggio durante la stagione: la sua uscita di scena era attesa anche per questo.

Ecco, dove l'undicesimo episodio deve necessariamente chiudere gli ultimi scontri a distanza tra Avitabile e Gennaro, il dodicesimo racconta le conseguenze di una tregua ormai a portata di mano. Nel primo caso i nemici di Ciro e Gennaro pagano un'eccessiva fiducia in loro stessi. Qui la scrittura li punisce eccessivamente, facendo commettere loro delle leggerezze enormi. Ma tutto tende al raggiungimento di un nuovo equilibrio, che è quello da cui riparte l'ultimo episodio della stagione.

In un confronto che non potrebbe essere più chiaro, Ciro dice a Gennaro che ormai lo vede sempre più simile a Pietro. Ancora una volta l'istinto, la paura, forse la semplice incapacità di scendere a compromessi, hanno provocato una rottura nel fragile equilibrio tra i clan e nella tregua appena raggiunta. Gennaro non voleva solo riprendersi la sua famiglia, ma voleva prendere il controllo di Napoli. Teoricamente la terza stagione di Gomorra avrebbe potuto finire qui, con la fragile pace sotto la guida di 'O Stregone. E invece tutte le colpe e gli errori disseminati nel corso delle puntate precedenti tornano a galla e presentano il conto. Muore 'O Stregone, muore Scianel, muore Ciro.

Con la scomparsa dell'immortale si chiude un percorso lungo una stagione. Tendenzialmente Ciro era già morto dopo lo sterminio della sua famiglia. Quello che abbiamo visto agitarsi nelle ultime puntate era il fantasma silenzioso dell'uomo che era. La scena al cimitero anticipa quello che accadrà sulla barca di Enzo, con il sacrificio finale per salvare Gennaro. Un percorso di redenzione così particolare e fuori da ogni canone di moralità da poter avere un senso solo all'interno di Gomorra.

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