Gomorra: la recensione del settimo e ottavo episodio

Settimo e ottavo episodio di Gomorra: il sorprendente ritorno di Genny e gli intrecci con la politica

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Il "gioco" nella scrittura di Gomorra si fa sempre più palese nelle ultime due puntate andate in onda. La scorsa settimana abbiamo visto come l'approccio sia non solo episodico, ma anche e soprattutto tematico, con la puntata dedicata al carcere, quella ai traffici all'estero, quella al riciclaggio di denaro. Ora è il turno della grande assente: la politica. Le elezioni nel piccolo Comune di Giuliano sono l'occasione per esplorare e tratteggiare lo stretto legame fra criminalità e rappresentanza politica. Il tutto, come al solito, messo al servizio dello sviluppo della trama stagionale e degli sconvolgimenti sempre più evidenti nel clan dei Savastano, e quindi nella gestione del territorio. Cambiamenti che mai come in questa occasione sono repentini e traumatici, stavolta davvero troppo irreali, ma sempre coinvolgenti.

Da questo punto di vista il settimo episodio, che alla fine sarà quello che ricorderemo di meno, è invece il migliore dei due. Trae spunto dall'arrivo della merce dall'Honduras, e si sviluppa a partire dalla necessità di trovare un nuovo luogo di spaccio. La scelta cade su un piccolo agglomerato di palazzoni, come ce ne sono tanti, una roccaforte di cemento ideale per nascondere traffici illeciti e poter avvistare con ampio anticipo l'arrivo delle forze dell'ordine. Tutto andrà secondo i piani, ma sono altri i momenti che emergono dalla storyline, che come al solito nasce e esaurisce ciò che ha da dire nel giro di un episodio.

Ancora una volta Gomorra, rispetto a Romanzo Criminale, pone l'accento sulla dimensione sociale del fenomeno criminale. Da un lato praticamente nulla di sorprendente, dall'altro lato la consapevolezza che una rappresentazione del genere, per quanto appunto scontata e nota, era necessaria prima o poi. E quindi momenti che nello stesso istante in cui si manifestano già ci appaiono familiari, come la richiesta per un posto di lavoro a Imma, come la "devozione" (forte è il contrasto tra sacro e profano nella puntata), come il senso di protezione e condivisione del luogo. Una giovane ragazza lesbica che si affida ai Savastano per ottenere giustizia contro un usuraio è a questo punto solo un simbolo e un esempio, che quindi viene prontamente eliminato una volta che ha terminato il compito. Nessuna sorpresa allora quando allora vediamo arrivare le volanti sul posto, accolte da una pioggia di rifiuti dai balconi.

Ma gli eventi che faranno discutere gli spettatori si trovano tutti nell'episodio seguente. Genny è tornato dall'Honduras con parecchi capelli in meno e qualche tatuaggio in più. Ma soprattutto con un atteggiamento che ribalta completamente il personaggio visto finora. Uccide a sangue freddo e senza motivo, prende iniziative pericolose, prende in mano tutti gli affari e si mette in testa di sostituire il sindaco di Giuliano con un uomo di fiducia (non che quello di prima non lo fosse). È qui che la politica di cui sopra entra in gioco e anche qui – non è bello ammetterlo – la rappresentazione della connivenza tra politica e criminalità non è certo una sorpresa. Forse l'unico momento interessante si ha quando viene mostrata la modalità, alternativa alla solita foto col cellulare nella cabina elettorale, per comprare voti.

Dal punto di vista del mero e semplice intrattenimento, l'episodio è molto godibile. La metamorfosi di Genny è tanto inverosimile quanto divertente da seguire. La schematicità e frettolosità delle situazioni è ormai un problema assodato della scrittura della serie, e a questo punto Gomorra se lo porterà fino alla fine. Il cambiamento radicale di Gennaro, come dicevamo, ma non solo. Anche la campagna elettorale che inizia, si svolge e si conclude nel giro di un episodio, la fretta con la quale Ciro viene messo da parte (e quasi sicuramente passerà dalla parte di Conte), gli interessi degli altri clan che vengono accennati e liquidati in poche parole, e in generale un insieme di situazioni che, secondo necessità di narrazione, si risolvono con semplicità elementare. Ormai l'abbiamo capito, l'impostazione di Gomorra è questa. Chissà dove ci porterà la prossima volta.

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