Gomorra - La serie 4x01/4x02: la recensione

Gomorra ritorna con la quarta stagione: ecco la recensione dei primi due episodi

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Spoiler Alert
Non si erano mai visti così tanti bambini in Gomorra come nelle prime due puntate della quarta stagione della serie. Simbolo anche loro di un tentativo di rinascita, di un nuovo inizio cercato e necessario, per Gennaro Savastano e per la serie stessa, all'indomani della morte di Ciro Di Marzio. Eppure, nell'innocenza sporcata direttamente o no di questi giovanissimi protagonisti o comparse, c'è tutta una presa di posizione che ci accompagnerà per la quarta stagione della serie di Sky Atlantic: sfuggire al passato è impossibile. Ci prova e continuerà a provarci Gennaro, per il bene della propria famiglia, per il desiderio a malapena confessato di riscattare un nome che il figlio dovrà portare in dote per tutta la vita. Ma non sarà semplice dimenticare i vecchi metodi.

Gomorra ritorna con i primi due episodi dei dodici che comporranno la quarta stagione. Torna l'intensa e riconoscibile scrittura forgiata anno dopo anno, e torna la mano di Francesca Comencini dietro la macchina da presa, almeno in queste due prime puntate. Il primo episodio abbraccia il cliffhanger della scorsa stagione, la morte dell'immortale, la contraddizione estrema che lascia esposto Gennaro a nuovi scontri con i fratelli Capaccio. Tutto appare come il preludio ad una nuova stagione di scontri, rivendicazioni, azioni eclatanti seguite da reazioni ancor più estreme. E invece no.

Gennaro avverte i suoi uomini che dovrà "far piovere sangue dal cielo", riallaccia i contatti con un suo zio, capo del clan Levante. Si tratta di una figura secondaria, ma cardine per entrambe le puntate. Suo è in entrambi i casi l'intervento che permette di sbloccare la situazione e di arrivare all'equilibrio cercato. In questo caso è proprio la regia di Francesca Comencini ad accompagnare il gesto violento del clan Levante, che fa esplodere un'auto di fronte ad un centro scommesse dove si trova uno dei Capaccio, il tutto raccontato con un'unica inquadratura (sembra la prima scena dell'Infernale Quinlan). Una bambina è nella macchina che viene condotta sul posto, bambini nella piazza, passeggini, c'è innocenza ovunque, ma non per molto.

Costretti alla pacificazione tutti i clan, e stabilito un equilibrio che vede emergere Patrizia come nuova regina di Secondigliano, la serie scatta con un salto temporale di un anno. Gennaro coltiva il desiderio di una vita normale, o che quantomeno abbia una parvenza di normalità. Tutto l'episodio ruota intorno all'acquisto di tutti i terreni che fiancheggiano una pista intorno alla quale dovrà sorgere un aeroporto, il più grande della Campania. Per fare ciò, Gennaro (c'è anche un cambio nel tipo di abiti indossati) avvicina un socio onesto di nome Alberto, dal nome sicuro e dall'esperienza inappuntabile. L'ostacolo è però rappresentato da un uomo che non vuole vendere il proprio terreno, nonostante una moglie malata che pure avrebbe bisogno di cure costose. Ancora bambini anche qui, con lo sguardo silenzioso della figlia della coppia, che osserva in silenzio i dolori del padre e la malattia della madre.

Rimane una semplicità di fondo nel racconto dell'intreccio. Il grande assalto di Gennaro e Alberto ai terreni si svolge nel giro di poche settimane da un ufficio arredato con molte sedie, una grande mappa schematica con i terreni colorati ad hoc, ma solo tre persone coinvolte e praticamente nessun computer. Ma anche questo fa parte dell'anima più viscerale della serie, che ragiona per grandi affermazioni e situazioni chiave, come sarà chiaro ad esempio nella faccenda del proprietario del terreno, o della festa del piccolo Pietro.

C'è uno scollamento quasi violento tra la furia contenuta di Gennaro, che tende al controllo di se stesso, eppure brucia di rabbia per tutto l'episodio. Questa, più che del terreno conteso, è la sua storia, la storia di un uomo che deve cambiare (c'è un momento chiave in cui parla del futuro del figlio), ma che non può farlo. Perché a quel punto sarà lo stesso Alberto a sentirsi autorizzato, dalla vicinanza con lui, ad utilizzare i suoi vecchi metodi violenti. Infine non c'è alcuna differenza tra il Gennaro che reagisce con determinazione all'ennesimo rifiuto, impone all'uomo di vendere il terreno rinfacciandogli un segreto tenuto nascosto, e il Gennaro che piomba a scuola contro ogni regola organizzando una festa in aula per il figlio.

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