Gomorra 5x05/5x06: la recensione
La guerra fredda tra Gennaro Savastano e un redivivo Ciro Di Marzio esplode in un caos che coinvolge i personaggi
La guerra fredda tra Gennaro Savastano e un redivivo Ciro Di Marzio esplode in breve tempo in un caos che coinvolge tutti i personaggi ancora in gioco. Infiamma quindi i superstiti in un gioco a scacchi nel quale entrambi i giocatori muovono le loro pedine cercando di anticipare l'avversario. Il sangue non mancherà di scorrere sulle strade, ma a farla da padrone stavolta sono soprattutto le conseguenze non fisiche. Questi due saranno anche due episodi di donne, stanche, ma soprattutto arrabbiate, e spesso attraverso le loro conversazioni e riflessioni giungeranno i momenti migliori delle due puntate.
Come è giusto che sia in fondo. Ecco quindi il ritorno di Sangueblu, ormai un relitto anche lui in attesa di naufragare come tanti altri personaggi. Qui trova un nuovo scopo, e non ha altro scopo se non la vendetta Nunzia, la vedova decisa a vendicare il marito ucciso da Gennaro. E quindi le pedine si muovono, con i due re che si cercano da lontano senza toccarsi, solo parlando brevemente al telefono.
E Azzurra è molto protagonista in queste due puntate. Suoi sono i rari scampoli di normalità, di una vita serena con il figlio verso il quale prova un profondo senso di colpa per ciò che gli sta facendo passare. Troverà una complicità inattesa in Luciana, moglie di 'O Maestrale, che la farà confrontare inevitabilmente con la possibilità di pensare solo a suo figlio. Alla fine, oltre i massacri e le esecuzioni, rimane solo l'immagine efficace di un uomo solo, che solo era sempre stato, sul letto del figlio, e la luce di un nome, Pietro, che era quello di suo padre e che ancora una volta lo intrappola nel passato.