Gomorra 5x01/5x02: la recensione

L'ultima stagione di Gomorra - La serie inizia con due episodi che impostano la resa dei conti finale

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Gomorra 5x01/5x02: la recensione

I morti non trovano riposo nell'ultima stagione di Gomorra. Questa è l'ultima stagione della serie tv, la resa dei conti, per utilizzare una definizione banalissima, ma in realtà molto calzante. E la scrittura delle prime due puntate la tratta come se fosse davvero un gioco ad esclusione diretta, in cui pochissimi, o forse nessuno, rimarranno in piedi alla fine. Per certi versi, anche se sono serie molto diverse, ha qualcosa della chiusura di Game of Thrones. L'idea che niente più possa essere rinviato, che ogni scambio e massacro avvenuto fino ad ora abbia condotto a questi ultimi equilibri precari. Tutto è definitivo e viene raccontato trasmettendoci un grande senso di urgenza. E, per tornare all'inizio, nemmeno i morti rimarranno fuori dalla partita.

Il doppio episodio mostra situazioni molto diverse tra di loro e, nel pieno stile della serie, alterna situazioni più locali ad una visione esterna che ci porterà non solo fuori da Napoli, ma proprio fuori dall'Italia. Avevamo lasciato Gennaro Savastano autoconfinatosi nell'isolamento, dopo l'uccisione di Patrizia e dopo la fine di tutte quelle alleanze fragili che sottobanco la scorsa stagione aveva fatto a pezzi. Lo ritroviamo esattamente così, un animale in gabbia, rabbioso e brutale, interpretato con ferocia e grande presenza scenica da Salvatore Esposito. Tuttavia la sua è una prigionia che non rimarrà tale a lungo.

Anche in questo, Gomorra – La serie ci racconta di essere agli sgoccioli della sua vicenda. Non ci sono grandi trame da impostare, personaggi nuovi da introdurre, vicende da far ripartire faticosamente. Qui tutto è immediato e, ancora, definitivo. Ci sono i Levante, minaccia contro la quale Gennaro vorrebbe fare la propria mossa, anche se scoprirà che non è facile (e c'è un funerale difficile da organizzare, tanto per tornare al discorso dei morti che non riposano). E tutto trova una grande fluidità nel racconto, che non si ferma davvero mai, che costruisce un momento di tensione dietro l'altro, cause e conseguenze contenute nello stesso episodio. E slanci verso il futuro. Gennaro è solo, Azzurra dice al figlio che il padre non tornerà, e così potrebbe essere. Nel confronto finale con l'ultimo dei Confederati, scopre che Ciro Di Marzio è ancora vivo.

Da qui la serie non può far altro che seguire questo interessante sviluppo, già narrato nei retroscena all'interno del film L'immortale. Ci spostiamo quindi a Riga, dove seguiamo gli sviluppi dell'incontro tra Gennaro e Ciro. È un episodio di silenzi, luoghi spogli e bui, e c'è tanta sofferenza e un senso di morte che pervade la scrittura durante tutta la puntata. Ciro sembra avvolto da una maledizione: l'immortale che vuole morire, ma non può, non ancora. Il rapporto con Gennaro è il cuore emotivo della serie se mai ve ne è stato uno. In esso c'è tutto: fatalismo, fragilità, una malsana complicità tra due persone che sono tra le poche a poter capire l'altro, ma che in definitiva sono fatte per distruggersi a vicenda.

Gomorra trova il modo di narrare il sottobosco criminale estero raccontandolo come un altrove diverso e simile a Napoli. In cui esiste la malavita, gli accordi sottobanco consumati all'ombra di un intrattenimento per le masse, la fuga nelle periferie dove trovare un aiuto insperato. Tutto questo infine solo un prologo a quello che probabilmente sarà il vero scontro finale.

Continua a leggere su BadTaste