Gomorra 3, abbiamo visto i primi sei episodi in anteprima

La nostra recensione dei primi sei episodi della terza stagione di Gomorra

Critico e giornalista cinematografico


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Secondo un vecchio adagio di Fritz Lang “al mondo esistono solo due categorie di persone: i cattivi e i molto cattivi, ma noi siamo giunti ad una sorta di accordo per il quale chiamiamo buoni i cattivi e cattivi i molto cattivi”. È sempre stato anche l’assunto sul quale si basava Gomorra, l’idea per la quale finalmente in una serie italiana non ci fossero buoni ma solo protagonisti e non protagonisti, persone tutte ugualmente deprecabili che seguiamo non per la loro statura morale ma per i conflitti che si trovano a dover risolvere. E tanto più sono pessimi e senza salvezza, tanto più i conflitti che dovranno risolvere saranno titanici.

Già la seconda stagione di Gomorra aveva leggermente dismesso questa prospettiva, ora però l’inizio della terza sembra aver totalmente perduto la voglia di raccontare personaggi pessimi e, pur mantenendo le medesime trame e le medesime azioni, parteggia sempre per loro, li ritrae come vittime o come i buoni della situazione. Addirittura, nella prima puntata a lui dedicata, Ciro farà anche un’immotivata buona azione che ne sottolinea il senso di rimorso e uno scampolo di buon cuore. Idem dicasi per Genny che, diventato padre, sembra adottare tutto un altro punto di vista sulla vita.

I primi 6 episodi di Gomorra 3 iniziano sottotono. Seguiamo prima Genny poi Ciro. Il primo ha fatto uccidere il padre ed è diventato il signore del mafia del meridione, ma da Roma, da lontano. Il secondo si è autoesiliato in Bulgaria a fare lo sgherro senza ambizioni per la mafia locale dopo aver sterminato la propria famiglia per salvarsi.

In Gomorra 3 l’impressione è che i personaggi storici rimasti ancora in vita abbiano fatto piazza pulita delle proprie radici e siano pronti a ricominciare da zeroNella terza stagione l’impressione è che i personaggi storici rimasti ancora in vita abbiano fatto piazza pulita delle proprie radici e siano pronti a ricominciare da zero, da soli. Eppure nei primi 3 episodi, diretti da Claudio Cupellini, quel ritmo e quel fascino che eravamo abituati ad associare a Gomorra manca totalmente.

La serie impostata e lanciata da Stefano Sollima, nella prima stagione senza di lui continua con il medesimo look ma non con il medesimo atteggiamento. Per 3 episodi giriamo appresso a dialoghi molto enfatici, un ritmo ingiustamente rallentato, questioni di società fantasma e tantissimi verbosi dialoghi al posto di quelle che una volta erano azioni. Di colpo sembra di essere in un finto film di genere italiano, quelli che hanno uno spunto noir o poliziesco ma che poi si risolvono come dei drammetti usuali. E piange il cuore a vedere Gomorra finita così. Non è un problema di scrittura, sembra di capire, ma proprio di messa in scena, cosa di ogni sequenza, ogni momento e ogni dialogo viene enfatizzato, come recitano la loro parte gli attori (con un’incredibile flemma shakespeariana!), quanto interesse c’è nel rodimento interiore e quanto poco ce n’è nei fatti e nello scavo nel marcio. I dialoghi prima dell’agire e non viceversa.

Per fortuna passati i primi 3 arrivano quelli diretti da Francesca Comencini e la musica cambia, complice anche una svolta di trama non da poco. Nel quarto episodio un twist molto inatteso rimescola tutte le carte e resetta la serie, costringendo tutti a ripartire dal basso, ricominciando a raccontare la microcriminalità prima che la macro, la scalata invece del mantenimento del potere. Ed è un’altra musica anche perché diretta da Francesca Comencini la serie torna ad essere centrata sui fatti e solo in seconda battuta sulle parole, le frasi (alle volte fulminanti) arrivano sempre a corollario e non sono il centro della messa in scena. È il vecchio Gomorra in parole povere.

Dal quarto si può dire che inizi davvero la nuova stagioneSono anche questi gli episodi del ritorno di Scianel e dell’emergere di Avitabile, il cognato di Genny, come figura prominente, oltre ad una nuova generazione di criminali. Come se i primi 3 episodi fossero serviti da lunghissimo interludio, dal quarto si può dire che inizi davvero la nuova stagione, dopo che Ciro torna dalla Bulgaria. Non più l’alternarsi di persone che entrano ed escono dalle stanze, confessioni in penombra, giochi di società e sguardi intensi fuori dalla finestra, ma mani che si sporcano, eventi terribili, situazioni paradossali eppur realissime (che è il terreno dove è fiorita questa serie, là tra l’impensabile, il mai visto e il molto credibile).

Passata attraverso un purgatorio nei primi 3 episodi la stagione, come i suoi due protagonisti (Genny e Ciro), tornata a Scampia rinasce. Gomorra del resto ha sempre fatto della territorialità e del lavoro sui luoghi la sua forza e il suo tratto distintivo (quanti totali ci sono in ogni episodio? Quante panoramiche sulla città o sui grandi ambienti dove si incontrano i personaggi?), tutto nella serie sembra dipendere da dove si trovano i personaggi. Genny ha cambiato vita da quando non sta più a Secondigliano ma a Roma, Ciro è andato a ritrovare se stesso in Bulgaria. In Gomorra è sempre da qualche altra parte che si stabilisce chi si è, per poi tornare a casa nuovi, come se quei luoghi fossero una gabbia. C’è voluto l’Honduras perché Genny uscisse fuori veramente e la Bulgaria sembra avere la stessa funzione per Ciro. Del resto ad inizio della seconda stagione era in Germania che cambiava il rapporto tra Pietro e Genny Savastano.

Il sesto episodio, l’ultimo che abbiamo visto in anteprima, segna il nascere di una nuova alleanza e chiude un cerchio, finisce di creare le nuove fazioni che inevitabilmente si dovranno scontrare. Il sapore è un po’ quello del rimescolamento delle squadre ma come sempre non conta dove si va a parare ma come. Se con la determinazione a raccontare le persone a partire da quel che fanno, gli uomini e le donne definiti dalle proprie azioni, oppure con la mollezza di voler partire da quel che sentono, in un trionfo di silenzi.

Trovate tutte le notizie e le recensioni di Gomorra nella nostra scheda.

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