Gomorra 2x03/2x04: la recensione
Gomorra continua a costruire un'intensa seconda stagione, tra colpi di scena e vecchi conflitti che tengono banco tra i clan
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Era attraverso la voce del bravo Marco Palvetti – sottile e distaccata la sua interpretazione, come il suo personaggio – che lo scorso anno sentivamo le parole "l'uomo che può fare a meno di tutto non ha paura di niente". Da queste parole parte il terzo episodio della seconda stagione di Gomorra, ancora una volta molto episodico, ancora una volta pronto a tradire lo scenario corale per portare alla ribalta un personaggio per volta. Evidentemente, a questo giro parliamo proprio di Salvatore Conte, del suo distaccarsi in modo forzato dal mondo, dai vizi, dagli affetti, cedendo solo in parte ai baci con l'amatissima madre. In questo equilibrio precario di forze, in cui Ciro Di Marzio e gli altri aspettano solo un passo falso per potersi insinuare e far saltare un'alleanza che sapevamo non sarebbe durata a lungo, Conte commette quell'errore.
Il quarto episodio per forza di cose nasce sulla scia del colpo di scena della precedente puntata e non ne raggiunge i picchi. Intorno al personaggio di "Scianel" (molto intensa Cristina Donadio) gravitano le problematiche dell'episodio: il ritorno di Pietro, che cerca di creare scompiglio sulla piazza, la tragica figura di Patrizia (Cristina Dall'Anna), commessa che finisce in un gioco più grande di lei, la reazione apparentemente pacata di Ciro, che in un anno sembra aver imparato l'arte della diplomazia. È il più interlocutorio degli episodi andati in onda fino ad ora. C'è la necessità di costruire il terreno per i nuovi scontri dopo la scomparsa di Conte, di mettere sul tavolo nuovi contrasti, la fidanzata del figlio di Scianel, e vecchie tensioni, con il ritorno di Gennaro chiesto a gran voce.