Godzilla e Kong - Il nuovo impero, la recensione
Godzilla e Kong: il nuovo impero continua a mostrare di sapere cosa conti davvero, nonostante tiri i remi in barca sulla trama
La recensione di Godzilla e Kong - Il nuovo impero, il film di Adam Wingard in sala dal 28 marzo
I due titani protagonisti sono separati per quasi tutto il tempo come è uso, hanno storie separate in modo che nel gran finale possa avvenire il team-up (se si fossero dati il cinque, uno con la mano, l’altro con la coda, il film sarebbe decollato) e tutto è così privo di idee da riciclare il riciclabile. Si scopre quindi un mondo nascosto all’interno dell’altro mondo nascosto scoperto nel film precedente (mondi nascosti alla seconda), c’è un nuovo personaggio tenero e nella gioia generale per le grandi scene di azione e distruzione con cui i due salvano il mondo, comincia un po’ a stonare il fatto che nessuno si preoccupi delle città devastate senza che ci sia il tempo di evacuarle.
E dell’animazione spesso ha le esagerazioni. Anche per inconsistenza degli attori accade infatti che Kong sia il personaggio con più espressioni. Agli umani viene solitamente chiesto di guardare oltre lo schermo con terrore e abbinare un “Oh mio Dio!”. La loro trama è marginale e serve a dare una mano ai titani, è una del genere “profezie & predestinazioni”, di quelle in cui la stessa persona predestinata è inclusa nel gruppo che scopre la profezia (da una serie di bassorilievi leggendo i quali Rebecca Hall deriva una storia con una quantità di dettagli e valutazioni sugli eventi che si stenta a credere possano essere desunti da quei disegnetti). La grande scimmia invece si muove e si comporta più da uomo che da primate, ha gesti, camminate e pure simpatiche espressioni con strizzate d’occhio che non hanno niente a che vedere con le scimmie.
Cosa ne pensate? Trovate Godzilla e Kong - Il nuovo impero al cinema dal 28 marzo.