Gods Will Fall, un dungeon crawler deludente | Recensione

Gods Will Fall è un dungeon crawler che non riesce a offrire un'esperienza appagante in circa 5 ore di longevità

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Direttamente da Manchester, Clever Beans ci propone il loro ultimo titolo: dopo aver lavorato a When Vikings Attack! e alla collection di Wipeout Omega, il team di sviluppo inglese, fondato nel 2011 da Martin Turton e Andrew Newton, due veterani dello sviluppo, si lancia adesso nell'esperienza di Gods Will Fall. Siamo dinanzi a un dungeon crawler che presenta non poche problematiche e che, nella versione PlayStation 4 che abbiamo testato, stenta a donarci una soddisfazione tale che possa intrattenerci per molto a lungo.

Gods Will Fall

Nonostante i dungeon crawler non si esaltino mai per la premessa narrativa offerta - basti pensare anche a Etrian Odyssey che non si dipanava in una sceneggiatura orizzontale in grado di conturbarci - Gods Will Fall prova a offrirci un pavimento sul quale poggiare i nostri piedi e le nostre letture. L'umanità è al centro della nostra storia, insieme a quella dicotomia che si è andata a creare da tempo con le divinità che riescono ad assoggettare tutti. La ribellione ha deciso che è arrivato il momento di far cadere tutte le divinità, da cui il nome del gioco, e creato il proprio plotone d'assalto decide di lanciarlo contro l'isola degli dei. Sebbene di recente questo leitmotiv sia stato visto anche in Immortals: Fenyx Rising, qui siamo dinanzi a una trattazione molto più seriosa e poco scherzosa del rapporto con le divinità, tanto da arrivare a una lotta che ci vedrà combattere anche contro bestie poco raccomandabili.

Sebbene le intenzioni della ribellione fossero nobili, ad arrivare vivi alle pendici di quella che è la montagna da scalare per avere la meglio arrivano soltanto otto guerrieri, che dovranno essere condotti alla vittoria finale. Ognuno di essi, come sarà facile capire e intuire nel corso dell'avventura, avrà un legame specifico con una delle divinità e anche con gli altri sette compagni di battaglia: il narratore, che agirà da voce esterna, ci permetterà di entrare più nel dettaglio delle vicende che li caratterizzano, ma senza mai effettivamente affondare il colpo in un sottotesto elaborato. Gods Will Fall sembra che in alcuni punti voglia quasi provare a scimmiottare i soulslike, privandoci di ogni tipo di narrazione e affidando l'intera lore a pergamene e oggetti che andremo a recuperare nel corso dell'esplorazione dei dungeon: non un espediente di grande livello, soprattutto perché le divinità, come abbiamo visto in molte altre declinazioni recenti, offrono grande spazio narrativo, qui mal sfruttato e anche scarsamente disseminato.

C'è da apprezzare, però, qualche tentativo di immersione molto legati a quella che è l'epoca storica trattata: d'altronde l'intero drappello rimasto in vita proverà a esaltare i risultati della squadra con un coro di battaglia e si farà trovare molto affranto in caso di sconfitta di uno dei compagni nel dungeon. Modi diversi di esprimere l'immersione e che, a conti fatti, in un aspetto narrativo vanno comunque a inserirsi nella colonna degli aspetti graditi.

Gods Will Fall

Prima di addentrarci in qualche caverna che darà inizio alla sfida nel dungeon scelto, ci ritroveremo in una sorta di hub introduttivo che ci permetterà di scegliere a quale portale accedere. Ogni area è esplorabile in scorrimento orizzontale, con ovviamente una serie di avversari da sconfiggere e da superare per poter raggiungere il boss finale. Tra le idee più interessanti c'è sicuramente quella di aver deciso di mostrarci la barra della salute sin da subito, facendoci capire che il boss non dovrà essere sconfitto al raggiungimento dello stesso, ma nel corso della nostra esplorazione del dungeon scelto. Per farlo basterà sconfiggere un determinato tipo di avversari, in alternativa andare a distruggere delle zone del livello stesso, provocando danni ambientali che si andranno a riflettere sul bestione finale da sconfiggere. Si tratta di un'idea che vogliamo annoverare con piacere in quelle positive, ma che non è stata approfondita in maniera adeguata, trattandosi di un'azione sempre molto approssimativa e anche molto casuale.

Quello che caratterizza ancora di più i vostri otto guerrieri, però, è il permadeath. All'inizio del dungeon avrete la possibilità di scegliere con qualche dei vostri eroi andare a infilarvi nel portale, sapendo che non avrete più la possibilità di uscirne senza sconfiggere prima il boss: in caso di morte, bisognerà ricominciare il dungeon dall'inizio, con un altro eroe, dimenticandoci della presenza di quello precedente. Va da sé che questo tipo di permadeath complica decisamente l'avventura, perché nel caso in cui dovessimo perdere tutti e otto i guerrieri schierati sull'isola degli dei dovremo cominciare una partita da zero. Sicuramente tale aspetto aumenta la difficoltà, ma allo stesso tempo ci mette in condizione di dover ben dosare le nostre scelte, preferendo un guerriero piuttosto che un altro nella fase di esplorazione di quei dungeon che vanno sperimentati prima di essere affrontati à la Leeroy Jenkins.

Gods Will Fall

Una volta addentratici nei dungeon dovremo tenere d'occhio poche statistiche che ci riguardano, ossia il Vigore, che rappresenterà la barra della salute, la Velocità che indicherà il movimento e l'arma, che avrà un livello massimo di quattro punti: ogni guerriero ha la propria, così come avrà il proprio moveset a disposizione, dal classico attacco pesante a quello veloce, fino al salto e la schivata, con tanto di parry in caso di giusto tempismo. Purtroppo il battle system si è rivelato quasi subito molto legnoso, così come l'esplorazione dei dungeon, che in alcuni punti ha provato a offrire delle varianti quasi da platform, senza però riuscire a darci soddisfazione di quanto espresso.

Tutti i dungeon finiscono per l'essere, quasi subito, molto ripetitivi e a offrire una routine che dà poca soddisfazione. Cambia la visuale, cambia lo stile proposto, ma non ci ritroveremo a compiere delle esperienze molto diverse: è sicuramente la natura del genere in sé, ma il già citato Etrian Odyssey aveva saputo in diversi modi offrire degli elementi tali da metterci in condizione di affrontare le FOE nel miglior modo possibile, con una venatura RPG molto approfondita. Qui, invece, l'unico aspetto legato a una vera e propria miglioria del personaggio è da collegare a quella che l'evoluzione delle armi, ottenibili grazie alla sconfitta del boss.

Gods Will Fall

L'aspetto che maggiormente delude di Gods Will Fall, oltre alla pochezza di contenuti offerti, è anche la durata: l'esperienza totale non va oltre le cinque ore, seppur l'intenzione possa essere quella di offrire un discreto livello di rigiocabilità. D'altronde se proprio siete affannati di tentativi plurimi potrete provare ad affrontare i dungeon con altri guerrieri rispetto a quelli che avete scelto di usare: un'opzione coraggiosa, perché alla fine dei conti non cambierà moltissimo di quello che avete già visto e affrontato. Una volta arrivati alla conclusione del vostro percorso, d'altronde, potrete assistere al filmato finale, godersi quello sprazzo di narrativa offerto dal team di sviluppo e terminare qui l'esperienza di Gods Will Fall.

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