Gnomeo e Giulietta - la recensione

Versione animata-comica del dramma di Shakespeare, con gnomi ed animaletti parlanti. Due o tre buone idee, ma in generale sembra una scopiazzatura poco efficace dei titoli Dreamworks...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Gnomeo e Giulietta
RegiaKelly AsburyVoci originali
James McAvoy, Emily Blunt, Ashley Jense, Michael Caine, Matt Lucas, Maggie Smith, Ozzy OsbourneUscita16-03-2011 

La prima domanda che suscita Gnomeo e Giulietta è semplice: chi da deciso che far parlare i personaggi in dialetto sia una scelta divertente? Quand'è (Fritz il gatto forse?) che qualche genio del marketing ha deciso che il pubblico italiano adora sentir parlare in siciliano, napoletano, romanesco o milanese?

Altra domanda ovvia: il 3D almeno ha qualche scusa artistica minimamente credibile? A meno che non sia considerato artistico vedere degli oggetti buttati verso lo spettatore, s'intende. Per il resto, la tridimensionalità è appena percettibile e sa chiaramente di 3D posticcio.

Il modello e' comunque chiaro ed è legato alla tendenza lanciata da Shrek dieci anni fa. Una storia/fiaba che viene riadattata in maniera 'sovversiva' e 'citazionistica'. Ma se già il prodotto di riferimento non era il massimo del rischio, figuriamoci se questo film poteva fare il miracolo. Di sicuro, citare ancora i ralenti di Matrix rischia di risultare leggermente fuori moda, cosi come i petali di rosa di American Beauty, mentre una scena di balletto-jingle sembra uscita da Mostri contro Alieni, ed è assolutamente gratuita.

Sempre per seguire il modello Dreamworks, ecco arrivare un po' di canzoni a cui viene lasciato troppo spazio, oltre ovviamente a un utilizzo delle voci che dovrebbe far ridere di default e senza affidarsi a dialoghi di livello.

Insomma, un film per bambini di massimo 8 (6?) anni. Chi ha non dico 35 anni, ma anche solo 10 o 15, dovrà accontentarsi di una falsa pubblicità di un tosaerba o qualche battuta a effetto della ranocchia. Ma se proprio si vuole seguire questa strada, di sicuro la Dreamworks queste cose le fa meglio. Un'eccezione è un flashback molto triste, particolare e anomalo per un prodotto distribuito dalla Disney. Peccato che raccontato da un personaggio in romanesco non sia il massimo.  

Di sicuro però, da quel momento il film funziona molto meglio, con una serie di scelte e situazioni che finalmente consentono anche agli spettatori più adulti di interessarsi maggiormente al film. Viene quindi da rammaricarsi che questa strada non sia stata seguita fin dall'inizio. E magari anche in seguito, perché la parte finale ritorna su binari più convenzionali. 

Tirando le somme: prodotto dreamworksiano, 3D di basso livello, poche risate, qualche sporadica idea intelligente e una certa sensazione di noia. Un film all'altezza dei suoi protagonisti, insomma...

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