Gli Addestratori, la recensione
Gli Addestratori si perde nel mare delle commedie nostrane fra buoni sentimenti e meccanismi usurati.
La recensione di Gli addestratori, il film di Andrea Jublin in arrivo su Prime Video il 25 aprile.
Pasquale Petrolo (Lillo) addestratore di cani fallito, ha una chance per tornare in pista quando il cognato gli presta la villa di famiglia per mettere su una scuola di agility. Una volta guadagnato un po' Pasquale potrà riprendersi il suo cucciolo, affidato alle cure per niente amorose della sua ex e acerrima rivale Marta (Geppi Cucciari). Per un malinteso si trova però affidati al posto dei cani cinque bambini iperattivi e incontrollabili, che procedono a seminare il caos nella villa.
Più facile puntare il dito sui vorrei ma non posso, su quello che il film sembra poter azzeccare e invece non azzecca, tarpato dal suo voler essere basico e rassicurante a tutti i costi. I bambini vengono presentati come dei piccoli mostri ma solo a parole, lasciando rimpiangere l’anarchia dispettosa di un Chris Columbus; il personaggio di Vernia andava liberato molto di più se si voleva sfruttare il potenziale comico di un maniaco omicida represso con affidati dei ragazzini insopportabili. Manca quel po’ di cura e di estro in più che avrebbe potuto fare di Gli addestratori un prodotto gradevole nella sua dimenticabilità.