Glee 3x05, "The First Time": il commento

Uno sguardo un po' semplicistico e ingenuo, drammatizzato e romanticizzato, della prima volta liceale. Rimane quel senso di "si sarebbe potuto fare di più", ma lo show se la cava degnamente...

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E così, martedì scorso, dopo tante aspettative e una quantità non trascurabile di interviste, è andata in onda "The First Time".

Tra gli spizzichi e bocconi offerti da tutti i membri del cast (nessuno si è astenuto dal commentare), non c'erano grandi dubbi su quello che sarebbe stato l'argomento principe della puntata, e pare ovvio che non ci fosse l'intenzione di farne un mistero. Qui lo diremo impietosamente e senza peli sulla lingua: si parla di sesso. Anzi, si parla di perdere la verginità.

Glee è una serie che con gli adolescenti in piena pubertà ha tutto a che fare, motivo per cui è facile intuire quanto l'argomento potesse essere delicato da affrontare, specie in una maniera tale da giustificarlo e non farlo passare per la solita trovata estratta dal proverbiale cappello degli autori al solo fine di attirare audience e far parlare di sé. Non che sia la prima volta che a Glee si parla di sesso: Quinn è rimasta incinta nella prima stagione, e le varie leggende che coinvolgono cicogne e piante di cavolo continuano a convincere solo Brittany alla McKinley High.

Secondo Ryan Murphy, quindi, era giunto il momento di vedere due delle coppie dello show attraversare questo rito di iniziazione: la prima volta insieme. Il vociferare prima ancora della messa in onda, tuttavia, non era solo dovuto al fatto nudo e crudo, al SESSO TRA ADOLESCENTI (che intenzionalmente scrivo in maiuscolo per destare lo scandalo tra le perbeniste associazioni di genitori statunitensi), ma al SESSO TRA ADOLESCENTI DELLO STESSO SESSO (e qui ringrazio di non annoverare tra i lettori nessun membro delle suddette associazioni, perché sicuramente questa definizione causerebbe isterismi inneggianti alla perversione e alla blasfemia, nello stile "i miei bambini guardano criminali deliranti tagliare a pezzi le loro vittime con una motosega dopo cena ma una scena di sesso in TV in prima serata tra due giovani consenzienti non la devono asolutamente vedere"). Chiudendo un secondo la mia parentesi polemica, giungo al dunque: quindi non solo Finn e Rachel consumano la loro prima volta, ma anche Kurt e Blaine.

Però, dal momento che Ryan Murphy non ha reputato opportuno dedicare l'intero episodio alla "Prima Volta" delle due coppie, la puntata è inframezzata dalle prove e dal musical West Side Story. Una trovata curiosa che offre interessanti spunti e analogie narrative, che però sfortunatamente si dissolve in due fallimentari conseguenze: che, alla fine, non vediamo né il sesso, né il musical.

Qui sono volutamente sarcastico: la decisione di "tirare il freno a mano" e non mostrare praticamente nulla dell'esperienza delle due coppie può sinceramente essere accolta come un'intenzione di "delicatezza". D'altronde il tema è controverso: quanto mostrare e quanto nascondere?

La scelta finale di delegare l'atto agli ultimi istanti della puntata, tuttavia, sortisce lo stesso effetto delle inquadrature sfumate sul fuoco nel caminetto di alcune telenovele di quarta categoria. Il senso che rimane alla fine della puntata è un po' quello di una delusione, di "tanto rumore per nulla", che è difficile stabilire se è dovuto a una qualche forma di perversione voyeristica dello spettatore o se invece è legittimato da un effettivo bisogno di affrontare il tema del sesso adolescenziale (a maggior ragione tra giovani coppie omosessuali) un po' più coraggiosamente, pur nei limiti del palinsesto di prima serata.

Murphy sicuramente aveva fatto i conti con il fatto che avrebbe ricevuto critiche qualsiasi scelta avesse preso, in un senso o nell'altro: se vedevamo di più era perché vedevamo di più, se non si vedeva nulla (come è stato il caso) era perché non si vedeva nulla. Alla fine, nel panorama delle infinite possibilità, l'esito di martedì scorso è stato più che dignitoso e ha offerto una visione, come dicevo prima, "delicata". D'altronde non siamo mica in un film di Gus Van Sant. Nonostante ciò, continuo a chiedermi se a questo punto fosse necessario affrontare il tema, quantomeno ora, nell'attuale economia narrativa dello show. O se non fosse forse il caso di dedicarvi un intero episodio, o anche un paio (gli archi narrativi di molteplici episodi si sono sprecati in tematiche ben meno importanti di questa in passato). In un contesto – tanto negli Stati Uniti quanto altrove – dove gli adolescenti nutrono non poche perplessità sulla tematica, si sarebbe potuto pensare di affrontare il tema con la complessità che gli spetta, senza ridurlo a un "farlo al momento giusto con la persona giusta", che è sostanzialmente l'unico messaggio che "The First Time" si preoccupa di comunicare.

Alla fine, però, non si può biasimare Glee per non essersi allontanato dalla sua comfort zone, non essersi arrischiato. E' questo lo stille dello show: la puntata offre uno sguardo un po' semplicistico e ingenuo, drammatizzato e romanticizzato, della prima volta liceale. Rimane comunque sempre quell'amaro in bocca, quel senso di "si sarebbe potuto fare di più". In ogni caso possiamo dire che lo show se la sia cavata dignitosamente.

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