Girls (quinta stagione): la recensione
Quinta stagione di Girls: una delle più gratificanti costruite dalla serie HBO curata da Lena Dunham
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Un cambiamento che non significa ottenere tutte le risposte (sarebbe già una gran vittoria conoscere le domande), né arrivare ad un traguardo di vita. Significa arrivare a quella maturità che permette di dare il giusto peso ad ogni situazione, reagire, finalmente, da "adulto", affrontare ogni passaggio, anche quello più difficile e inaspettato, senza caricarlo di un peso eccessivo e soprattutto imparando a contare sulle proprie forze. Ne ha fatta di strada in questo senso Hannah Horvath da quel lontano finale di stagione in cui chiamava disperata al telefono Adam affinché venisse a soccorrerla. Un primo passo c'era già stato nel finale dello scorso anno, quando era stata lei ad allontanare il ragazzo. Un ulteriore passo in avanti ci sarà in conclusione di stagione, nel suo modo di reggere la rottura del rapporto con Fran e soprattutto nella sua reazione di fronte alla relazione tra Adam e Jessa.
Molto meglio Shoshanna, che rimane un personaggio al quale non si può non voler bene, soprattutto quando tutto inizia ad andare storto e lei, che delle quattro sembrerebbe la più ingenua, reagisce con il sorriso e rimboccandosi le maniche (e poi il Giappone rende tutto migliore). Se le beghe familiari di Hannah e il matrimonio turbolento dei suoi genitori ci interesseranno fino a un certo punto, più interessante sarà lo spazio riservato a Elijah (appare Corey Stoll come recurring).