Uno dei riti di passaggio peculiari dell'adolescenza, soprattutto se vissuta in provincia, è il metter su una
band con i propri amici. Tendenzialmente, simili esperienze sono parentesi passeggere nella vita di un individuo ma, non di rado, i legami che si instaurano in sala prove diventano tra i più profondi e duraturi che si possano avere nell'arco di una vita. Creare un gruppo musicale significa dar vita a un microcosmo sicuro in cui sentirsi uguali con altri pari, un cantuccio in cui dar sfogo alle frustrazioni accumulate nei giorni che separano una prova e dall'altra convertendole in qualcosa di bello:
musica.
In Questa è la stanza, quinto volume della collana da edicola che propone l'opera omnia di Gipi allegata a La Repubblica e L'Espresso, il fumettista pisano esplora il complesso universo della gioventù che vive quelle melodie (tendenzialmente non proprio pacate e tranquille, con buona pace dei vicini) come canale comunicativo tra l'individuo e il mondo esterno. Proprio come un disco, l'opera è divisa in canzoni, ciascuna volta a esprimere un particolare aspetto della realtà filtrata dai vari protagonisti, ossia i componenti della band.
Gli adolescenti dipinti nella
graphic novel vivono un eterno presente, ognuno al centro del mondo, proprietari di un super potere che permette loro di dare confini netti alle cose: bene e male, giusto o sbagliato, ciò che li riguarda direttamente e ciò che possono ignorare. Avere un luogo dove riunirsi e in cui fare ritorno quando lo si desidera è probabilmente la cosa più preziosa che si possa avere a quell'età, soprattutto se si è musicisti. Per questo motivo, la stanza stessa a cui fa riferimento il titolo è da considerarsi un ambiente vivo e non un mero sfondo: averne cura è parte dei sogni di gloria tanto quanto la realizzazione nel campo musicale.
Quando entrano in sala prove, i ragazzi vorrebbero che la loro vita quotidiana restasse chiusa fuori, ma purtroppo non è così semplice. L'intera storia è infatti la rappresentazione del forte contrasto tra ideali e predestinazione, senso di appartenenza comune e sensibilità personale che porta ognuno a non sentirsi parte di qualcosa fino in fondo, finendo per percepire nitidamente la propria natura latente di outsider. In poco più di cento pagine, Gipi realizza il ritratto di una crisi profonda, con sommersi e salvati che cercano di aggrapparsi ai primi scogli a portata di mano per resistere alle sferzanti onde dell'età adulta.
L'autore sceglie di non trattare con rispetto e reverenza il lato artistico del racconto; anzi, pone fin da subito il punto di vista dei protagonisti sotto la lente d'ingrandimento delle responsabilità, facendo venir fuori il lato più cupo e istrionico di ognuno di loro. Quando vivono sulla propria pelle la prima situazione realmente difficile, i ragazzi compiranno scelte importanti che li cambieranno per sempre. Ma a quale prezzo? La risposta a questa domanda è il nucleo centrale del lavoro di
Gian Alfonso Pacinotti, che con
Questa è la stanza propone ancora una volta una "storia di vita vissuta" in grado di scavare in profondità nell'animo dei lettori.