Gipi vol. 3: LMVDM - La mia vita disegnata male, la recensione

La mia vita disegnata male è la terza graphic novel di Gipi inserita nella collana di Repubblica

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Il 13 novembre è arrivato nelle edicole LMVDM - La mia vita disegnata male, terzo volume dell'opera omnia di Gipi proposta dal quotidiano La Repubblica. Il cartonato segue il precedente Unastoria, proseguendo l'excursus a cadenza settimanale nella produzione a fumetti di Gian Alfonso Pacinotti.

La storia raccontata in LMVDM rappresenta, probabilmente, il lato più spontaneo del fumettista pisano: un racconto autobiografico pubblicato da Coconino Press nel 2008 che tratta una problematica fisica realmente accaduta e tutta una serie di altre esperienze di gioventù che hanno segnato la vita dell'autore.

La storia presenta una quantità enorme di testo e il modo in cui esso è incorporato nelle tavole è una soluzione a metà tra il diario e il racconto a fumetti, con Gipi che racconta i suoi anni difficili parlando in modo diretto con il lettore. La soluzione adottata è talmente schietta e priva di filtri da spingere il fumettista a impostare diverse tavole con messaggi che travalicano la storia stessa, inserendo piccole spiegazioni riguardo alcune scelte narrative.

Ciò che colpisce del lavoro fatto su La mia vita disegnata male è sicuramente la fluidità con cui scorre la lettura. Buona parte delle pagine sono realizzate con il tipico pennino utilizzato da Gipi in tante altre occasioni, ma non sono rare le incursioni di tavole colorate con l'acquerello. Come in altri contesti, anche qui la storia è scomposta su più piani paralleli, che quando vengono congiunti portano al nocciolo del racconto: un'esperienza estremamente traumatica.

Perché, però, il titolo recita apertamente "disegnata male"? Dietro quella definizione si cela tutta la verosimiglianza tra realtà e fantasia, dove tutti i difetti della prima confluiscono nella sintesi della seconda per rendere la vicenda credibile e godibile. I disegni di Pacinotti non sono "brutti", anzi, il suo tratto è sempre estremamente evocativo e chiaro, ma ciò che viene raffigurato mostra tutto quel "male" purtroppo naturale della vita quotidiana.

LMVDM è, però, anche tanto altro: c'è la spensieratezza della gioventù contrapposta ai sensi di colpa, quel senso di "non appartenenza" proprio dell'adolescenza che fa cercare rifugio in qualsiasi figura "paterna" al di fuori del nucleo famigliare. Ci sono gli amici, i parenti e i medici, tanti, riassunti in poche figure negative che Gipi ha incontrato nel suo percorso di cura. L'intero lavoro trasuda di vita, di speranze, delusioni e piccoli passi verso la crescita personale.

Questa graphic novel è, probabilmente, quella più ancorata alla realtà realizzata dal fumettista toscano. LMVDM - La mia vita disegnata male è una confessione sincera, una condanna verso se stessi e la società che circonda la singola persona, la presa di coscienza di quanto possa essere sbagliato il mondo e di come vittime e carnefici possano scambiarsi costantemente di ruolo, senza rendersene conto.

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