La gioventù di Mickey, la recensione

Abbiamo recensito per voi La gioventù di Mickey, opera di Tebo pubblicata da Giunti

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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La Jeunesse de Mickey, pagina 3

A fine 2016 vi abbiamo parlato di Mickey's Craziest Adventure e Una Misteriosa Melodia, i primi due fumetti della nuova collana francofona Disney pubblicata da Glénat e portata nel nostro Paese da Giunti; entrambi ci avevano convinto a metà, in quanto non privi di difetti ma comunque degni di nota grazie all'originalità dell'approccio con cui celebri autori d'Oltralpe avevano reinterpretato il personaggio di Topolino, allontanandosi dagli standard del fumetto disneyano.

Finalmente abbiamo potuto leggere La Gioventù di Mickey, il terzo prodotto di questa iniziativa editoriale, che si è rivelato essere il migliore tra quelli arrivati finora in Italia (ma attendiamo ancora Café Zombo e Topolino e l'Oceano Perduto).

Siamo al cospetto di un volume antologico che raccoglie cinque episodi autoconclusivi, una serie di avventure raccontate da un anziano Topolino al giovane nipote Norberto in un fantasioso equilibrio tra realtà e menzogna, cosa che ci porta a dubitare della sincerità del protagonista, alle prese con esagerazioni degne del Barone di MünchhausenLa strada verso l'oro ci mostra un Topolino cowboy alla ricerca di una miniera aurea e intento a non farsi anticipare da Gambadilegno; in Prigionieri nel Bayou porta in salvo Minni, tenuta in ostaggio in una palude; in Messaggero di Pace, a bordo del suo aeroplanino, si reca nel bel mezzo della battaglia, mettendo fine a uno scontro bellico con l'aiuto di Pippo; in Fuorilegge del Cioccolato, come un novello Willy Wonka, gestisce una fabbrica di cacao con cui spera di poter nutrire la sua mucca Casimira; in Corsa alle Stelle, viaggia nello spazio assieme a Paperino per una surreale disavventura tra creature aliene.

La Jeunesse de Mickey, pagina 4

Così come già fatto da Lewis Trondheim e Nicolas Keramidas, anche Tebo si ispira chiaramente al Topolino dei cortometraggi animati, con storie leggere che puntano a divertire senza preoccuparsi eccessivamente della complessità della trama. Il risultato è divertente e, a causa della stilizzazione grafica, ci ricorda i recenti corti diretti da Paul Rudish, con i quali questo fumetto condivide anche l'umorismo moderno e un'ottima gestione del ritmo.

Durante la lettura si apprezzano le situazioni variegate e gli scenari cangianti, con l'unica eccezione della vignetta a doppia pagina presente in ogni episodio, un panoramico virtuosismo estetico che avrebbe meritato una maggior cura per i dettagli.

Abbiamo apprezzato La Gioventù di Mickey, ma continuiamo a chiederci perché l'edizione italiana Giunti non utilizzi nel titolo il nome italiano del protagonista, visto che all'interno viene chiamato "Topolino"; potrebbe essere una scelta volta a mantenere il font originale presente in copertina, oppure a non utilizzare il titolo del settimanale distribuito dalla concorrenza, ma entrambi i motivi non giustificano la mancanza di coerenza interna del volume.

Continua a lasciarci qualche perplessità anche l'alto prezzo con cui questi volumi vengono proposti in Italia; è un peccato perché potrebbe essere una discriminante in grado di allontanare molti lettori da opere meritevoli, spaventati di fronte a una spesa superiore alla maggior parte dei cartonati francesi o Disney in commercio nel nostro Paese.

La Jeunesse de Mickey, pagina 5

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