Giorni d'estate, la recensione
Raccontando l'importanza di credere alla magia del mito, Giorni d'estate gioca sulla dimensione evocativa e sospesa dei paesaggi
La nostra recensione di Giorni d'estate, dal 25 agosto in sala
La donna, interpretata da Gemma Arterton, studia infatti i miti e le leggende del folckore con l'obiettivo di trovarne spiegazione scientifica, con particolare attenzione alla figura femminile, nella tradizione sempre ritratta come vergine o una incantatrice, perché "bisognava sempre incolparla di qualcosa". Il suo interesse verte principalmente sulla Terra d'estate (la Summerland del titolo originale) il paradiso per i pagani, che si dice appaia qualche volta nel cielo quando un morto vuole comunicare coi vivi. I due protagonisti viaggiano alla ricerca dei segni di questo fenomeno, con lei che continua a rivendicare come tutto si può ridurre a esistenza razionale, mentre Frank cerca invece di credere ancora un po' alla magia. In questa dialettica, il film di Jessica Swale ha il pregio di aprirsi in direzione inaspettate.
L'intreccio apre nel frattempo anche alla relazione nel passato tra Alice e un'altra donna, Vera (Gugu Mbatha-Raw), che vediamo tramite flashback già immaginandone il destino. Anche su questo versante, Giorni d'estate utilizza un approccio molto intimistico che non fa esplodere il melodramma, riuscendo a trasmettere efficacemente i sentimenti dei personaggi. anche se a volte l'accompagnamento musicale è fin troppo eccessivo come sottolineatura. Qui però il film nel suo complesso funziona meno, perché, come dramma sentimentale in costume, non riesce a illustrare abbastanza bene una dimensione in cui inserire e dare spessore a questa dinamica, come poteva essere la revisione dell'immaginario di frontiera di The World To Come o la riflessione sul mondo dell'arte di Ritratto della giovane in fiamme. Il fatto che la protagonista sia una scrittrice intenzionata a far emergere un'altra voce, che usa la scrittura come possibile ribellione, sembra essere in questo senso un semplice "tema" da evidenziare, che non trova il giusto spazio. E se tra le due donne in nuce possiamo rintracciare il contrasto tra due visioni diverse (Vera non vuole rinunciare alla possibilità di diventare madre, Alice all'amore che prova per l'altra), il modo in cui si risolvono le vicende lo lascia sullo sfondo. E così Giorni d'estate va molto più a fuoco quando racconta la relazione tra Alice e Frank, trovando lì i momenti più intensi e commoventi.