Gideon of the 3rd – Storia di un rivoluzionario 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero del manga Gideon of the 3rd – Storia di un rivoluzionario
La storia che viene narrata in questa serie ha luogo in Francia, nel 1788, all’alba della Rivoluzione francese. Gideon Aymé è un attivista politico che vive nel feudo del marchese Arnauld. Lo scopo di Gideon è quello di poter partecipare agli Stati Generali come rappresentante del Terzo Stato e dar voce al popolo affamato, sottomesso e costretto a sopportare terribili soprusi. Nel frattempo, per prendersi cura della figlia Solange, scrive storie di genere erotico, l’unico tipo di prodotto che gli permetta di guadagnare qualcosa.
I due personaggi principali si pongono moralmente uno in contrapposizione all’altro, pur avendo entrambi a cuore la stessa cosa: la rivoluzione. Se per Gideon, idealista che ha deciso di combattere solo con la forza delle parole, la rivoluzione è “creare con le nostre mani un mondo completamente nuovo”, guidando un cambiamento che parte da ciò che di buono c'è già nella società, dall’altra parte Georges è invece dell’idea che l’unica soluzione per cambiare la nazione sia distruggere la monarchia.
L’illustrazione di copertina di questo primo numero rende perfettamente l’idea di che tipo di personaggio sia Georges, ma anche di quale sia il tenore generale della storia: intrighi, violenza e verità celate che non riguardando soltanto gli eventi della politica ma anche le vicende personali dei protagonisti, le quali sembra possano riservare dei risvolti interessanti.
Ad accompagnare Gideon e Georges vi sono le versione romanzate di diversi personaggi storici: dall’immancabile Saint-Just, che vediamo nelle vesti di un ragazzino che pende dalle labbra del duca di Loire e si dichiara pronto a suicidarsi per la rivoluzione, a Robespierre, anche lui “pedina” del disegno politico di Georges.
È innegabile la qualità dei disegni di Taro Nogizaka, che non si risparmia nel momento di rappresentare la violenza che colpisce il popolo e la spietatezza dell’infida nobiltà, restituendo un quadro piuttosto crudo della Francia di fine Settecento. Le inquadrature scelte per mostrare le espressioni dei personaggi consentono subito al lettore di comprendere a quale tipo di uomini ci si trova di fronte, ma allo stesso tempo risultano a tratti un po’ artificiose, quasi fossero delle maschere.
Questa serie propone fin dai primi capitoli un intreccio ben scritto, che può risultare avvincente non solo per quanto riguarda le vicende storiche e politiche raccontate, ma anche per l'aspetto delle relazioni tra i personaggi. I momenti di tensione vengono poi smorzati da qualche siparietto comico – talvolta un po' sacrificato a causa della dimensione ridotta di alcune vignette – che consente al manga di essere un lettura molto piacevole, adatta soprattutto ai fan dei racconti ad ambientazioni storica.