Gideon Falls vol. 1: Il fienile nero, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume di Gideon Falls, serie Image di Jeff Lemire e Andrea Sorrentino

Condividi

Gideon Falls Vol. 1, anteprima 01

Esce oggi in fumetteria e in libreria Il fienile nero, primo volume BAO Publishing di Gideon Falls, la nuova serie Image Comics scritta da Jeff Lemire (Descender, Black Hammer) e disegnata da Andrea Sorrentino (Secret Empire, Green Arrow) per i colori di Dave Stewart.

Il genere preponderante di questo racconto è qualcosa a metà tra il crime e l'horror vecchio stampo, con gli stilemi che hanno reso grande la grammatica della filmografia di David Lynch e i toni della prima stagione di True Detective, serie TV scritta da Nic Pizzolatto da poco tornata sul piccolo schermo. Una sensazione a cavallo tra sogno, delirio e incubo è concretizzata da una presenza che congiunge due vicende all'apparenza distinte e separate: l'inquietante fienile nero del titolo che fa la sua comparsa a intermittenza. La tricromia che caratterizza l'edificio (dominante nera all'esterno e con interni rossi e bianchi) e l'utilizzo di uno dei tre colori all'interno delle tavole in cui non è presente collegano idealmente le esistenze di due individui: il sacerdote di provincia Padre Fred e Norton, un giovane di città.

Dopo queste prime 160 pagine, gli interrogativi messi in campo da Lemire e Sorrentino sono già molteplici e piuttosto intricati. Violenza, paura, affetto e solitudine sono i sentimenti che muovono protagonisti e i rispettivi comprimari, lasciando al lettore la netta sensazione che nella vicenda non ci sia nulla di innocente. Fin dalle prime tavole appare chiaro che entrambe le linee narrative illustrino un inferno sulla Terra che appare sempre più condiviso che individuale. Nel frattempo, sullo sfondo incombe una minaccia diafana e spaventosa che sfocia in quegli spazi poco comprensibili di matrice non euclidea tanto cari a Howard Phillip Lovecraft, padre dell'orrore ineffabile e difficilmente descrivibile a parole.

Gideon Falls Vol. 1, anteprima 02

Sicuramente, esprimere ora un bilancio sul lavoro firmato dal team creativo di Old Man Logan sarebbe prematuro, ma alcuni aspetti cardine del racconto appaiono già piuttosto evidenti. Innanzitutto, la qualità delle tavole: Gideon Falls è costruito per valorizzare al massimo l'affascinante stile di Sorrentino, con i colori di Stewart che aggiungono un tocco "marcio" alla fotografia. Il risultato è una storia che nei toni della prosa e nell'impostazione delle pagine sposa da un lato il racconto ad ampio respiro dei thriller psicologici cinematografici, e dall'altro sequenze realizzabili solo ed esclusivamente attraverso la Nona Arte.

Questo primo capitolo della vicenda intriga e inquieta quanto deve, lasciando il lettore immerso nelle domande ma con in bocca un buon sapore che ricorda (con le dovute differenze) le idee alla base di luoghi come il Ristorante al termine dell'Universo e l'Hotel California. Senza contare che la presenza all'interno del titolo del nome "Gideon" - in italiano "Gedeone" - fa subito volare la mente all'omonimo personaggio biblico "scelto da Dio", suggestione tutt'altro che casuale in un racconto che parla di fede e di una particolare declinazione del male.

Al termine della lettura la sensazione è senza dubbio positiva, con delle buone aspettative per il prosieguo della serie. Buona parte delle tessere del puzzle sono già disposte sul tavolo, almeno in apparenza, con un accenno di mosaico già leggibile in mezzo al caos. Ciononostante, la chiusura della storia sembra tutt'altro che vicina.

[gallery columns="1" size="large" ids="232836,232833"]

Continua a leggere su BadTaste