Giant Days voll. 4 - 5, la recensione

Le tre simpatiche protagoniste di Giant Days si preparano alla fine del primo anno universitario...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Giant Days vol. 5, copertina di Lissa Treiman

Sta per giungere al termine il primo anno di università, ma le giornate delle tre protagoniste di Giant Days non sembrano minimamente intaccate dallo studio. Le ragazze devono superare drammi personali e incontri surreali, a partire dal convincere Esther a tornare a frequentare l'ateneo, dopo la sua drastica decisione di abbandonare gli studi. Susan fatica ancora a stabilire un rapporto sereno con il suo ex, mentre Daisy si offre volontaria per fare da guida alle future matricole.

John Allison non mostra il minimo segno di stanchezza nello scrivere del trio di simpatiche universitarie, con situazioni nuove che risultano ancor più divertenti grazie alle dinamiche consolidate. Le caratterizzazioni delle protagoniste sono ormai solide e l'autore può permettersi di strappare una risata più rapidamente, accennando a sfumature della personalità o a eventi passati già noti ai lettori più fedeli. Allo stesso modo fa piacere vedere reintegrati personaggi secondari incontrati in passato, anche se soltanto per brevi apparizioni.

Le situazioni sono all'apparenza più ordinarie, tra lavoretti part-time, l'affitto da pagare, appuntamenti su Tinder e la ricerca di una casa dove vivere l'anno successivo... ma le vicende sono raccontate in modo da scatenare l'ilarità nel lettore, rendendo il tutto credibile nonostante i momenti sopra le righe e le scene assurde, tra cortometraggi indipendenti, reati studenteschi e festival musicali.

Max Sarin continua a rappresentare le tre protagoniste in modo cartoonesco, ampliando sempre di più la loro gamma espressiva e arricchendo i fondali, laddove nei volumi precedenti l'ambientazione spoglia poteva essere considerata l'unica falla, in termini visivi. Tra volti deformati e fisicità pronte a superare i limiti umani, anche soltanto per una reazione esagerata, c'è uno stile eterogeneo che permette alla storia di passare senza soluzione di continuità da momenti di quotidianità a sequenze rocambolesche o visioni oniriche.

Il formato episodico di Giant Days si rivela sempre più efficace, sul modello dei migliori serial TV, con un perfetto equilibrio tra continuity orizzontale e verticale. In virtù di questo, non ci stupiremmo di vedere un giorno le disavventure di Esther, Susan e Daisy adattate per il piccolo schermo... anzi, ci sorprende che non sia già stato fatto.

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