G.I. Joe - La nascita dei Cobra - La recensione

Una straordinaria squadra di militari deve sventare i piani di un mercante di armi. Effetti speciali orrendi, tono serissimo: più che brutto, un film senza ragione di essere...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloG.I. Joe - La nascita dei CobraRegiaStephen Sommers
Cast
Channing Tatum,   Marlon Wayans, Christopher Eccleston, Joseph Gordon-Levitt, Sienna Miller, Dennis Quaid, Arnold Vosloo
Uscita11 settembre 2009
La scheda del film  

Se c'è una cosa a cui ci sta abituando sempre di più un certo cinema americano (pseudo)spettacolare, è il cambiamento della struttura narrativa. Non più i classici tre atti per raccontare una storia, ma sostanzialmente tre enormi sequenze per farlo, corredate di un po' di esposizione per far capire le cose (sai com'è, tra un botto e l'altro il rischio di distrarsi è alto) e qualche battuta buttata lì quasi per caso.

G.I. Joe rientra perfettamente in questa categoria, ma senza (purtroppo per i produttori) riuscire a dar vita a quel tipo di intrattenimento magari idiota, ma che comunque è in grado di catturare il pubblico (Transformers 2, anyone?). Iniziamo dal difetto più appariscente, gli effetti speciali. Che sono semplicemente un disastro, anche considerando l'enorme budget, che si vocifera sia sui 170-175 milioni di dollari.

Uno dei problemi più evidenti è la concretezza degli oggetti digitali. Che si tratti  di un elicottero o di veivoli aerei, non hai mai l'impressione di avere a che fare con qualcosa di reale. In questo, la Torre Eiffel che crolla è un esempio perfetto, ma il risultato più paradossale avviene con un orso polare. Nonostante sia nascosto da una tempesta di neve, i realizzatori non riescono a rendere credibile neanche questo bestione.

E che dire delle controfigure digitali? Ci sono dei momenti in cui anche un incompetente potrebbe dirvi "qui c'è ancora l'attore, ma da questo istante si passa al suo stuntman digitale". Tuttavia, forse l'aberrazione maggiore sono certi sfondi, in particolare le dune del deserto. A un certo punto, ho pensato agli animatics che si vedevano in alcuni momenti della versione pirata di Wolverine, solo che per G.I. Joe eravamo di fronte alla pellicola definitiva...

Un altro ricordo negativo era legato a Dragonball Evolution e al suo lavoro sugli f/x, ma poi ho cambiato idea. Quella pellicola aveva delle sequenze bruttissime miste ad altre accettabili. Qui no, c'è una coerenza completa nella qualità verso il basso, per non dire infimo. La cosa incredibile è che anche le scene normali (chessò, delle persone che ballano) sembrano finte e realizzate in digitale. A un certo punto, ci viene mostrato un viso che subisce delle trasformazioni, ma la regia stacca stranamente sul più bello, come se non si fosse convinti dei risultati ottenuti nelle sequenze seguenti. Decisamente da Razzie per i peggiori effetti speciali dell'anno (o del decennio, almeno).

E se della parte tecnologica abbiamo detto in maniera esauriente, il tono del film è francamente incredibile. Io speravo di trovarmi di fronte a una pellicola camp e assurda, di quelle che da ragazzini ti godevi al Fantafestival mentre il pubblico ululava e lanciava commenti osceni. No, purtroppo non è neanche quel tipo di trash. Il tono e la storia sono infatti serissimi, a cominciare dai personaggi di Ana, Duke, Storm Shadow e Snake Eyes e dai flashback drammatici a loro collegati.

Non si capisce bene dove sarebbe tutto il divertimento di cui parlano i recensori americani (o meglio, quei pochi a cui è stato fatto vedere il film, che chissà come mai lo hanno amato...). Qualcuno ci potrà citare un momento genuinamente divertente? Al massimo, ti viene da ridere quando vedi Channing Tatum in motocicletta, pura citazione trash dello Schwarzie di Terminator 2, con un carisma purtroppo nettamente inferiore...

E la serietà con la quale recitano gli attori è incredibile. Almeno, Dennis Quaid in certi momenti recita così convinto da rendere la cosa buffa, mentre Channing Tatum invece è una scultura di marmo. La Miller è fin troppo complessa per un prodotto del genere (e la carica sexy che aveva in The Pusher però qui non c'è), mentre piange il cuore vedere Byung-hun Lee (protagonista di Joint Security Area di Park Chan-Wook) in un ruolo così banale e stereotipato.

Il tutto con il solito Stephen Sommers touch: scene troppo rapide, montaggi sbagliati e raffazzonati, idee di regia pressoché inesistenti e uno scontro finale che lascia perplessi (meglio, increduli?). Come faccia quest'uomo a lavorare a produzioni così importanti, rimane un mistero. Se proprio vogliamo salvare una scena, c'è un momento di un paio di minuti alla Jackie Chan, che piacerà molto ai ragazzini. Target che peraltro, a differenza di quello che hanno scritto in molti, difficilmente troverà moltissime gioie nella pellicola.

In fin dei conti, anche se siamo in zona La Leggenda degli Uomini Straordinari, la visione del film non è una sofferenza eccessiva e si possono passare anche due ore senza volersi tagliare le vene, soprattutto perché tutto è talmente banale da essere inoffensivo. Ma qualcuno mi spieghi un buon motivo per vedere qualcosa del genere, che è definibile perfettamente con una sola parola: inutile...

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