Ghostbusters: The Video Game Remastered è un omaggio allo spirito dei film, ma nulla di più | Recensione
Come ipotetico terzo capitolo della serie cinematografica Ghostbusters: The Video Game Remastered sarebbe stato del tutto credibile
Ghostbusters: The Video Game Remastered è un omaggio allo spirito dei film, ma nulla di più | Recensione
È difficile immaginare quale possa essere stata la ratio nella decisione da parte di Mad Dog Games di proporre nel 2019 l'edizione rimasterizzata di Ghostbusters: The Video Game, perché al di fuori della ricorrenza dei dieci anni dalla pubblicazione dell'originale non ci sono chiari altri elementi che possano essere rilevabili come motivazioni di tale scelta: il terzo, attesissimo film della storica serie cinematografica è ancora lontano, essendo la sua uscita prevista per l'estate 2020. L'interrogarsi riguardo l'opportunità della riproposizione avrà già fatto intuire al lettore smaliziato come nell'operazione di rimasterizzazione ci siano delle evidenti criticità, che vanno anche oltre i già ben netti limiti che la produzione evidenziava all'uscita.
[caption id="attachment_201321" align="aligncenter" width="1920"] Il feeling restituito dalla cattura dei fantasmi è piuttosto scialbo[/caption]
Come ipotetico terzo capitolo della serie cinematografica, il gioco sarebbe stato del tutto credibile: il feeling è similissimo (non identico, chiaramente per la diversa natura del medium), e sta tutto in dialoghi che riportano termini che gli appassionati adoreranno (“aborto di tubero” fa sempre la sua figura), in battute sull'essere una divinità, in personaggi sopra le righe sempre pronti a battibeccare tra loro, nell'utilizzo come ambientazione di una New York riconoscibilissima in alcuni dei suoi edifici più iconici. Non è però quanto può bastare a reggere totalmente una produzione videoludica.
[caption id="attachment_201317" align="aligncenter" width="1920"] Fanno il loro ritorno personaggi ben noti agli appassionati dei film[/caption]
Lo testimoniano anche tutta quella serie di elementi che, studiati per rendere l'esperienza di gioco un poco più complessa, faticano all'atto pratico a essere realmente significativi. Stiamo parlando delle varianti di sparo delle quali lo zaino protonico può essere dotato, ma che sia nella concezione che nell'applicazione risultano vetuste, perché non solo di “raggi congelanti” ne abbiamo visti veramente tanti, ma quando sembrano sparati da un fucile giocattolo l'entusiasmo crolla. Saber Interactive, il team di sviluppo responsabile della rimasterizzazione, non ha minimamente lavorato per rendere più intrigante la chiave di volta del gioco: un maggior impatto di tutto quello che è collegato alla cattura dei fantasmi, fisico così come scenografico, avrebbe enormemente innalzato la qualità dell'esperienza e forse anche distratto il giocatore dagli altri problemi che ha il gioco, come una linearità e un ritmo a tratti soporiferi. È chiaro che così invece ogni singola problematica risulta evidente. Ulteriore prova di uno sforzo minimo a livello tecnico è un'estetica migliorata solo nell'aumento di risoluzione.
Di Ghostbusters: The Video Game Remastered se ne apprezza, in definitiva, solo lo spirito, e non è nemmeno poco per coloro che amano il quartetto di stramboidi e l'ectoplasmatico mondo che attorno a loro gira. Il numerello qui di seguito alla fine è solo per loro, perché difficilmente gli altri troverebbero nel gioco un qualunque elemento di freschezza e divertimento.